La Regione al Salone del libro di Torino ha ospitato anche Peppe Voltarelli e la liuteria di Bisignano

Catanzaro. La Regione al Salone del libro di Torino ha ospitato anche Peppe Voltarelli con “Il caciocavallo di bronzo” e il progetto “Bisignano, un borgo che vive”. Un pubblico curioso e attento – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta – ha ascoltato la presentazione cantata e del romanzo cantato e suonato del cantautore calabrese Peppe Voltarelli il quale ha spiegato che “si tratta di un volume composto da 19 racconti che hanno la particolarità di essere scritti senza punteggiatura. Serve – ha spiegato per resistere. È una sorta di strumento per affrontare la battaglia quotidiana”. Il volume è scritto in italiano ma il riferimento alla lingua calabrese è forte “Il dialetto parte dalla pancia – ha specificato Voltarelli intervallando canto e parole – ma le parole vengono tradotte in italiano. L’essenza del calabrese è il costruire: se non si costruisce ci si sente incompleti ed emarginati. Costruire fa parte del nostro codice genetico”. Nel padiglione della Regione uno spazio è stato dedicato anche a Bisignano allo scopo di portare all’attenzione del pubblico nazionale e locale la ricchezza del patrimonio storico e artistico del borgo. E il progetto “Un borgo che vive” vuole essere un viaggio alla riscoperta del patrimonio storico e artistico perduto come quello della liuteria d’autore. Un patrimonio inestimabile che nella città di Bisignano ha parte delle sue radici, rappresentate dalla famiglia dei fratelli Nicola e Vincenzo De Bonis che si distinsero per l’alta produzione delle loro chitarre battenti, con decorazioni di altissimo livello e una qualità della voce calda e bella, unanimemente riconosciuta dai critici e dalle commissioni dei concorsi di liuteria. Una lunga tradizione che va recuperata, valorizzata e promossa attraverso un percorso che è già cominciato con la costruzione del Museo della liuteria (attualmente in fase di completamento) e con la donazione di quattro strumenti realizzati dal Maestro Vincenzo De Bonis; con la realizzazione del festival della chitarra battente e degli strumenti musicali a corda e la riapertura della scuola di formazione per maestri liutai, a cui affiancare un corso per gli istituti di pena minorili.

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