Crisi del Comune. Martino (Centro Democratico): “Troppe dispersioni di risorse pubbliche”

Reggio Calabria. Le brutte sorprese non finiscono mai. Mentre la spending review obbliga cittadini ed enti pubblici a stringere la cinghia, si continua ad assistere ad esempi di dispersione di risorse pubbliche che potrebbero essere meglio impiegate per lenire i tanti focolai di crisi esistenti in città. Non sono chiari i motivi che hanno indotto le amministrazioni che negli ultimi anni hanno gestito la città a rinviare quelle misure di responsabilità e rigore che avrebbero dovuto privilegiare scelte non comportanti nuove spese.
E, di certo, il recente pronunciamento della Corte dei Conti, che ha dato il proprio placet al piano di riequilibrio economico dell’ente, non è sufficiente a garantire crescita e sviluppo per il nostro territorio; obiettivi che potrebbero essere raggiunti innanzitutto individuando e recidendo tutte le forme di spreco che in decenni di colpevoli connivenze e gravi disattenzioni hanno contribuito a creare la voragine debitoria nella quale si dibatte la nostra città.
Per cominciare, si potrebbero disdire affitti per i quali il Comune paga ingenti somme a fronte del mancato pieno utilizzo del cospicuo patrimonio immobiliare dell’ente. Mi riferisco, ad esempio, ad uffici, capannoni o spazi aperti per il ricovero dei mezzi e le attrezzature di proprietà delle società miste che operano al servizio del Comune nei settori delle manutenzioni e della raccolta dei rifiuti, di cui l’ente,è bene ricordarlo, è socio di maggioranza.
Dunque, perché A.V.R., azienda subentrata alla LEONIA nella raccolta e smaltimento dei rifiuti nel nostro territorio comunale, ha reputato opportuno, senza che alcuno si opponesse, individuare ed utilizzare quale base logistica della sua attività un cantiere privato sito nel territorio del comune di Campo Calabro? Si è trattato di una scelta assurda ed antieconomica: infatti al canone d’affitto si devono aggiungere le risorse impiegate per il trasferimento quotidiano di autocompattatori ed operatori da Campo Calabro a Reggio Calabria e viceversa.
Per gli usi sopraddetti, oltre i beni confiscati, potrebbero essere utilizzate e rese produttive altre proprietà comunali attualmente abbandonate all’incuria ed al degrado come, ad esempio, l’ex mattatoio comunale di foro Boario, l’area del famigerato ex Italcitrus che rappresenta uno dei tanti scandali dell’era Scopelliti, l’ex inceneritore di Pietrastorta. Mentre come sede di uffici si potrebbero proficuamente rimodulare parte degli immobili comunali già sedi delle ex circoscrizioni.
Infine, sarebbe giusto sapere se per l’utilizzo delle aree dell’ex autoparco comunale di Archi (ricovero dei mezzi della Multiservizi e di quelli sequestrati alla Leonia) il Comune paghi canoni d’affitto e, in caso affermativo, a chi. Chissà che la cosa non riguardi la Sacem Srl, l’Agip Petroli Spa e l’Eni Spa.
E’ auspicabile che i rappresentanti dell’ente nel sottoscrivere i prossimi contratti (ad esempio quello con la Camassa Srl che a breve subentrerà all’AVR nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti) prevedano che i siti di ricovero degli automezzi e della strumentazione di servizio, nonché le sedi degli uffici amministrativi, siano individuati fra le tante e disponibili proprietà comunali. Con la rilevante diminuzione dei costi di esercizio che ne deriverebbe, si potrebbe allentare il cappio debitorio che soffoca Reggio ed i reggini.

Demetrio Martino
Coordinatore cittadino Centro Democratico

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