Ambiente e degrado cittadino: la vergogna del Centro polifunzionale di servizio di Tremulini

Reggio Calabria. Un’area situata in una zona centrale della città versa da decenni in una condizione di degrado vergognoso. Uno spazio segnato dall’incuria che regna sovrana più volte segnalato a chi di competenza, per lo stato di abbandono in cui sembra essere caduto dopo il fermo dei lavori che ha interessato il posto. Una condizione di perenne “malessere ambientale” che causa grossi disagi alla popolazione per ciò che gravita dentro ad esso. Parliamo del Centro polifunzionale di servizio, che si stava costruendo nel quartiere di Tremulini tra le vie XXV Luglio, via Cannizzaro e via De Lorenzo, il punto in cui persiste l’indicibile situazione di degrado. Un’opera rientrante nel contratto di quartiere “Tremulini-Borrace” che avrebbe dovuto accogliere gli uffici della II circoscrizione operante nel territorio del rione e aree di laboratorio per giovani e di aggregazione sociale. Invece, come testimoniano gli infelici scenari di incuria di tutto quello che era stato previsto niente sembra aver interessato e coinvolto la cittadinanza in maniera positiva. Tutt’altro. Anno dopo anno il luogo, in cui erano stati ritrovati anche degli importantissimi reperti archeologici, che avrebbero dovuto fornire importanti notizie sul passato di Reggio Calabria, è stato inghiottito da un peggioramento della situazione igienico-ambientale inarrestabile.
Gli edifici presenti nell’area, anch’essi sventrati e abbandonati, accolgono nelle loro puzzolenti stanze loschi individui in cerca di un riparo che si muovono come fantasmi nel buio della notte, tra le rovine del posto divenute bagni pubblici ma anche dimora di fortuna per molta gente girovaga. Infissi, vetri, impianti elettrici ed altro appaiono poi divelti ed infranti dall’irrazionale comportamento di alcune ambigue figure che del centro improduttivo, ne hanno fatto ormai punto di incontro per commettere atti di natura vandalica.
Come testimoniano gli annerimenti visibili sulle pareti degli scheletri degli edifici causati dai ripetuti incendi, le tapparelle sfasciate, i vetri frantumati sparsi in terra coperti anch’essi, come gli importanti ritrovamenti archeologici dimenticati nell’indifferenza generale, dalle erbacce che nel frattempo hanno raggiunto altezze inimmaginabili.
Un posto aperto a tutti – con le recinzioni ormai inadeguate e pericolosamente sporgenti sulle strade che lo circondano – mal visto dalla gente del quartiere e soprattutto dai residenti della zona per ciò che in esso avviene. Un pericoloso luogo abbandonato, dimenticato e trascurato che è divenuto una vera discarica in cui è possibile depositare di tutto. Dagli scarti di pesce puzzolente, alle cassette di legno, ai copertoni, alle sedie, alle buste di spazzatura, alla puzza di bruciato dei fuochi appiccati che accresce il disagio dei residenti (di fronte ha sede anche la scuola media “Da Feltre”) tra animali molesti, sguardi minacciosi, fetori e sporcizia indescrivibile che rimane lì a marcire nel posto da anni. Come se tutto questo non appartenesse alla realtà.

Guglielmo Rizzica

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