Nasce il “Centro estivo Aratea”, il laboratorio a cielo aperto per la diffusione di un nuovo modello educativo

Reggio Calabria. Dall’esperienza professionale acquisita nel corso di oltre un decennio, grazie al lavoro svolto da uno staff formato da Sociologi, Psicologi, Educatori, Assistenti sociali, Agronomi ed Etologi, prenderà il via a giugno il “Centro Estivo 2014 Aratea”. Personale altamente qualificato, in uno scenario di forte impatto emotivo a contatto con la natura e gli animali, guiderà gli iscritti al “Laboratorio a cielo aperto” verso nuovi importanti orizzonti socio-educativi. A tal proposito, in occasione della presentazione dell’evento, riceviamo e pubblichiamo la nota della dottoressa Irene Putortì, sociologa, Presidente dell’Associazione “Aratea”.
“Chi è genitore, oggi, sa quanto sia difficile educare i propri figli. E’ tutta colpa della televisione e dei video-games? No. Ci troviamo semplicemente di fronte ad un nuovo sistema di comunicare che ha sostituito il modo di vivere e di pensare di noi adulti. Sociologicamente dunque, i nuovi mezzi di comunicazione hanno creato una forma emotivamente distaccata e più complessa di trasmissione socio-educativo in cui le informazioni non hanno più la possibilità di essere rielaborate mediante quei processi di conoscenza diretta con l’ambiente naturale, che sono fondamentali per la crescita dei nostri bimbi. Questo, però, non significa che la nuova cultura che si sta diffondendo sia migliore o peggiore di quella precedente: è semplicemente diversa! Senza voler demonizzare i nuovi media comunicativi, urge, da parte di tutti gli attori coinvolti (genitori, educatori, insegnanti), un “mutamento nella cultura” per rifondare completamente un nuovo approccio educativo che sia più adeguato ai tempi nostri. Dobbiamo cioè attuare quello che, nei termini wolffiani, viene chiamata una resa, un abbandono dei propri schemi, per potere riuscire a catturare, sempre dal punto di vista culturale, la nuova organizzazione conoscitiva.
Diviene, dunque, fondamentale capire per intervenire, sempre con la consapevolezza di trovarsi di fronte a qualcosa che, se pur incomprensibile, non è per questo da ritenersi meno valida… “Non si vede bene che col cuore” – disse la Volpe al Piccolo Principe. E se, come sostiene Papa Francesco, bisogna educare i bambini “al vero, al bene e al bello… secondo tre dimensioni che non sono mai separate: quelle della mente, del cuore e delle mani”, allora ecco che il contatto con la natura, e con gli animali, possono diventare una valido strumento educativo.
Il nuovo approccio educativo che ARATEA propone, nasce da importanti esperienze vissute. Da oltre dieci anni, la nostra Associazione si occupa di servizi educativi, sperimentando ed implementando su tutto il territorio reggino tecniche innovative come la Pet Therapy, l’agricoltura sociale e la Riabilitazione Equestre, come mezzi educativi e riabilitativi, rivolti anche a bambini diversamente abili. Esperienze alla cui base vi è un unico denominatore: il contatto diretto con la natura e gli animali. Un metodo che, pur tenendo conto del valore dei nuovi media, sottolinea l’importanza di percorsi esperienziali da parte dei nostri bambini, attraverso il contatto diretto con l’ambiente. Nella nostra ottica è il mondo reale, non solo quello virtuale, a diventare luogo educativo privilegiato. Un contenitore di stimoli che favorisce la comprensione delle informazioni provenienti da esso attraverso la percezione sensoriale. Qui gli animali diventano ottimi alleati per la trasmissioni di valori come il rispetto e l’amore per se stessi e per il prossimo.
Qui la natura, trasformandosi in un vero e proprio laboratorio a cielo aperto, favorisce la diffusione di un nuovo modello educativo capace di aprire strade pioneristiche ai nostri bambini che sono fondamentali per la loro crescita, come il senso di responsabilità e il coinvolgimento personale che ciascun bambino deve mettere in gioco per misurarsi con l’altro. Qui il gioco, già elemento fondamentale alla crescita del bambino, diviene ancora più importante perché realizzato in quegli spazi naturali che invitano il bambino all’interpretazione creativa, all’esplorazione, come un grande atelier dove cresce la conoscenza di sé e del gruppo.
E se Donald Winnicott affermava “Per la ricchezza di stimoli che offre, per il coinvolgimento sensoriale che mette in atto, per la libertà di movimento, per la diversità degli ambienti, per la sua natura vivente, per la possibilità di agire, trasformare, costruire, creare, per lo stato rilassamento cui conduce, la natura costituisce un ambiente molto favorevole al gioco libero del bambino”. allora tutto questo diviene, per noi, elemento imprescindibile alla educazione dei nostri bambini!”

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