Loiero lascia il Consiglio regionale. L’intervento integrale

Reggio Calabria. Si trasmette nella sua interezza, l’intervento che il consigliere regionale on. Agazio Loiero ha svolto ieri in Aula, in occasione della seduta del Consiglio dedicata all’esame dell’Assestamento di Bilancio della Regione per il 2014 nel corso della quale ha annunciato la conclusione della sua esperienza politica in seno al Consiglio regionale. “Ritengo doveroso, in questa sede, tracciare un bilancio seppur sommario nel momento conlusivo di una consiliatura che lascia l’amaro in bocca ai calabresi i quali non aspettano altro che voltare pagina, una pagina fatta solo di slogan e di marketing che ha prodotto disastri. Il fallimento è sotto gli occhi di tutti. Intendiamoci, la situazione calabrese è singolare, difficilissima, complessa ma è altrettanto innegabile che questa legislatura ha distrutto quel poco di buono che esisteva ed il successore di Scopelliti ricevera’, suo malgrado, un’eredità pesante. Accenno solo ad alcuni temi che poi sono le grandi questioni di una terra che attende da tempo risposte a difficoltà strutturali: l’incapacità di programmazione e di spesa dei fondi europei, le questioni legate all’ambiente, ai trasporti, alla cultura ed alla stessa rappresentanza. Cioè a come una Regione si pone fuori dai suoi confini. E non intendo in questa sede soffermarmi sulle inchieste che possono capitare a tutti e neanche sui processi e sulle condanne che sono cosa diversa dalle inchieste; mi soffermo invece, per una volta – l’ultima – su un altro tema, quello della democrazia, il cuore della convivenza che – con i suoi diritti, i suoi bisogni e il suo rigore – regola il rapporto tra gli uomini, da’ legittimità agli atti, conferisce il potere delle decisioni. Già…, quella democrazia rappresentativa che oggi è in crisi. In questo Consiglio, e soprattutto nell’Esecutivo, la democrazia e’ stata vessata nella forma e nella sostanza. Ogni decisione scaturente dalla Giunta e’ stata prestabilita, tutto è stato predeciso da poche persone, spesso da una persona sola, lontano dal luogo deputato a deliberare. Anche nel Consiglio sono avvenute distorsioni della democrazia. Quando invece, nella gerarchia dei poteri, la democrazia è il principio cardine, e come tale, ha bisogno di decoro e dignità. La democrazia da’ fondamento costituzionale ai poteri del presidente e della Giunta se, e nella misura in cui, questi ultimi rispettano il rapporto con l’Assemblea in ossequio al principio di suddivisione dei poteri celebrato da Locke e Montesquieu. E’ sgradevole oggi fare l’autobiografia ma io ritengo, al contrario dei miei successori, di aver bene interpretato questo principio. Nessuno può disconoscere, ad esempio, che ho sempre rispettato le regole che presiedono ad una compiuta democrazia e persino gli orari che, quando si parla di Istituzioni, non possono essere liquidati come una mera questione forma. In questa legislatura, viceversa, della democrazia e’ stato estorto solo il consenso, come se il consenso permettesse una vita anarchica della democrazia. Il consenso è fondamentale ma non è tutto; e’ solo una premessa, specie in una regione disagiata come la nostra, dove i problemi attengono a bisogni assillanti e inderogabili e le giuste risposte si sostanziano nel dare il cibo a chi non lo ha; nel tutelare e difendere l’ambiente, l’aria e l’acqua. Lo ammetto: non mi e’ mai piaciuto imperversare sugli sconfitti. Eppure, ora sarebbe facile, anche alla luce dei trattamenti ricevuti in questi anni dall’opposizione. E’ proprio nella sconfitta che si coglie la capacità di leadership, quella virtù, talvolta innata, talvolta acquisita con l’esperienza, con la cultura. Mi riferisco a quell’ attitudine che consiste nel saper fronteggiare gli eventi, nello ‘scendere a terra’ – da quel metro in piu’ che spesso l’ebbrezza del potere concede a chi governa – nel sapersi confrontare con i problemi reali della gente, nel saper costruire un dialogo con l’opposizione. Qui, invece, e’ stata eretta una barriera insuperabile tra maggoranza e minoranza. Ma c’e’ di piu’. Si è registrato un dominio assoluto di un uomo solo sulla maggioranza, più chiamata ad obbedire che a collaborare. Diversamente da quanto e’ avvenuto sotto la mia presidenza, quando su certi temi abbiamo chiesto aiuto all’opposizione nel segno della collaborazione attiva e del confronto sereno. Mi si possono rimproverare tante cose ma questo sicuramente no. La maggioranza che ha governato fino ad oggi è stata considerata ‘servente’ e bollata come ‘gregaria’: e’ quanto e’ emerso dal giudizio tranciante ed incontestabile delle recenti elezioni europee. Sebbene, in questa esperienza, tutti gli interstizi di potere, anche quelli minimi, siano stati occupati dal Presidente, il risultato, in fin dei conti, non è affatto eclatante.Alla resa dei conti, il danno fatto alla Calabria è incalcolabile sia sul piano del costume istituzionale che sul piano pratico. Il prossimo Consiglio avrebbe potuto essere composto da 40 rappresentanti del popolo se solo il Governo regionale avesse utilizzato gli strumenti giuridici esistenti. E forse sarebbe stato possibile far posto a qualche donna in più nel futuro Consiglio. Una legislatura, quella che si chiude, segnata dall’eccesso e dalla incontinenza verbale. Spero di cuore che in futuro si recuperi la medieta’ e saggezza necessarie che consentano di sottrarre la Calabria all’inferno in cui e’ sprofondata”.

Exit mobile version