Lamezia Terme. L’Amministrazione comunale: “Polemica della Uil–Fp priva di fondamento”

Lamezia Terme (Catanzaro). La polemica innescata nei giorni scorsi dal segretario aggiunto della Uil-fp, Caparello, immediatamente dopo i primi provvedimenti di rotazione del personale del Comune così come previsto dalla legge, sulla funzione di responsabile della prevenzione della corruzione affidata al Segretario Generale del Comune è semplicemente priva di qualunque fondamento.
Infatti l’articolo 1, comma 7 della legge Severino (190/2012) dice testualmente: “Negli enti locali il responsabile della prevenzione della corruzione è individuato, di norma, nel Segretario Generale salvo diversa e motivata determinazione”. Ancora più esplicitamente ritorna sulla questione la circolare 1/2013 del Ministero della Funzione Pubblica che ribadisce: “Per quanto riguarda gli enti locali, il criterio di designazione è indicato direttamente dalla legge, la quale prevede che il responsabile “è individuato, di norma, nel segretario comunale, salvo diversa e motivata determinazione.”. La ratio di questa scelta è stata quella di considerare la funzione di responsabile della prevenzione come “naturalmente integrativa” della competenza generale spettante per legge al segretario, che, secondo l’art. 97 del d.lgs. n. 267 del 2000, “svolge compiti di collaborazione e funzioni di assistenza giuridico-amministrativa nei confronti degli organi dell’ente in ordine alla conformità dell’azione amministrativa alle leggi, allo statuto ed ai regolamenti.”.
Allo stesso tempo è prassi normale, ovviamente prevista dalla legge, che i Segretari Generali dei Comuni rivestano anche incarichi dirigenziali tanto più se il numero dei dirigenti in servizio è inferiore a quello previsto in pianta organica, come la stessa Uil-fp riconosce nel caso del nostro Comune, che è di 5 su 9.
Del resto la circostanza considerata “anomala” dalla Uil-fp, e ripresa anche dal neoconsigliere Nicola Mastroianni, è la regola e non l’eccezione nella quasi totalità dei comuni piccoli e medi d’Italia.
Basterebbe questo a chiudere definitivamente la questione, e a segnalare che, se di contraddizione si vuole parlare, questa è eventualmente nella norma di legge in vigore.
Sarebbe auspicabile in verità l’impegno del sindacato a sostegno di tutte le iniziative adottate in tutti gli uffici pubblici per evitare i pericoli di corruzione e allo scopo di tutelare gli interessi di tutti i cittadini e la credibilità delle istituzioni così messa a dura prova dai fatti di cronaca, nazionale e regionale, anche recenti.

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