Reggio proiettata verso “Europa 2020” con il progetto “ReActionCity”

Reggio Calabria. Ormai è tutto pronto per “ReActionCity”, un progetto culturale di innovazione sui temi della rigenerazione urbana e della coesione sociale che con le sue azioni vuole proiettare Reggio verso “Europa 2020” secondo le pratiche della “urban making” in una strategia inclusiva di politiche sociali e produttive. Stamane a Palazzo San Giorgio l’affollatissima conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa che, tra teoria e pratica e tra progetto ed azione, si svolgerà tra il 20 luglio e il 2 agosto. A presentare le ragioni e le passioni del progetto, i direttori d Consuelo Nava, Fabio Mollo e Basilio Foti e il curatore del sito www.reactioncity.com Danilo Emo, davanti ad una nutrita e partecipe platea, tra l’altro molto giovane, che ha dimostrato il carattere orizzontale e condiviso ed il suo desiderio di protagonismo in un futuro sempre più necessario. Un progetto «coinvolgente ed emozionante che permette di fare qualcosa in modo concreto per la nostra ambizione di comunità metropolitana» e che «aiuta a cambiare mentalità attraverso idee, creatività, azioni e socializzazione», ma pure che «ci consente di mettere a disposizione quello che da anni facciamo con esperienze a carattere internazionale con la nostra professionalità anche fuori di Reggio» e che «offre una visione reale degli spazi ed un mondo di raccontare le storie e la disponibilità di artisti come quelli del Mediterraneo Dance Festival che danzeranno per riportare la bellezza negli stessi spazi» è un estratto degli interventi su “ReActionCity” di Mollo e Foti. Per il giovane Emo di “Pensando meridiano”, che ha illustrato struttura e contenuti del sito, «”ReActionCity” è un modo di ritrovarsi in rete, ma anche fisicamente a parlare di città del futuro comunicando esperienze e a dare visioni per una città differente che dimostri che Reggio è in Europa e che può starci se costruisce il suo progetto di rinascita come contributo di ognuno». «Un’impresa collettiva che mette insieme il positivo e il resistente in un’azione di “making city”, cioè un “fare in città” e non “per la città”. Un atto di reazione appassionata e generosa. Un progetto culturale di “social innovation urbana” attraverso azioni formali ed informali per rigenerare gli spazi e il loro rapporto con la comunità, nato dal desiderio di una città differente capace di reagire sotto la pressione di buone pratiche che vengono da tutte quelle realtà capaci di portare avanti una resistenza etica ma anche estetica» è il modo nel quale la professoressa Nava ha definito “ReActionCity”. «La “resistenza” presuppone una “esistenza”, quindi anche Reggio esiste con le sue energie positive che hanno voglia di reazione» ha aggiunto evocando i “social makers”, ossia associazioni, laboratori, gruppi, movimenti e comitati, e “urban makers”, ovvero operatori di video, fotografia, regia, documentaristica e cinema, progettisti, programmatori, architetti, urbanisti e pianificatori, che parteciperanno a questa esperienza di “città-laboratorio” fatta di azioni brevi per cambiamenti lunghi. Una “città-laboratorio” che ospiterà dal 21 al 24 momenti di formazione, dal 25 al 30 azioni sul territorio come la proiezione di visioni progettuali su come potrebbero essere rivalutati alcuni spazi come le aree industriali dismesse di Catona o diverse piazze cittadine, ragionamenti su questioni come la carenza di asili nido o i beni confiscati, elaborazioni di documenti programmatici e multimediali che culmineranno con un docufilm collettivo supervisionato dal regista Mollo che verrà concluso dal 31 al 2, nell’apertura per una serata di una “social street”. Il tutto non finanziato e frutto di passione, come spiegato dalla professoressa: «Gli unici sponsor sono le persone che si stanno assumendo la responsabilità di portarlo avanti. Abbiamo solo patrocini, gratuiti, dal Comune, perché si parla di spazi comuni e di comunità, e dai Giovani industriali, perché vogliamo una città che sia inclusiva ed anche capace di riattivare competenze e produttività». Insomma, un’esperienza che sarà condivisa con cittadini e partecipata dalle comunità del territorio; capace di incubare idee e proposte sulla rigenerazione e lo sviluppo civico, sociale, culturale ed economico della città metropolitana; in grado di mettere in campo competenze di governance contribuendo collettivamente alla possibile scrittura di un’agenda urbana che coinvolga la sfera pubblica per un’amministrazione condivisa attraverso la costruzione sociale della città dei cittadini; valido nello sviluppare competitività e coesione spazi-comunità perché il futuro delle città europee sarà questo e non quello della speranza di attrarre risorse comunitarie, non comprendendo che l’Europa richiede altro da ieri. «”ReActionCity” è il primo progetto pilota del genere al Sud. Ne potrà sviluppare altri al suo interno e al suo esterno. Nel breve periodo, offriamo questa generosità e queste competenze anche creative alla città, nel lungo vogliamo creare un network di persone e gruppi sul quale costruire un progetto europeo che sta partendo da Reggio, ma che vuole abbracciare l’intera comunità metropolitana» ha concluso la professoressa Nava, ricordando che «Abbiamo un debito a cui possiamo rispondere non mettendoci le mani in tasca: è la comunità» e che «l’unico debito che dobbiamo assumere è degli uni nei confronti degli altri: agiamo  insieme per questo, abbiamo lanciato una sfida siamo in campo con chi ama reagire davvero».

Exit mobile version