Risvolti sociali e psicologici della paura sul palco di Tabularasa

Reggio Calabria. Quattordicesimo appuntamento dell’evento organizzato da Urba/Strill. Ospiti della serata il giornalista, Giuseppe Baldessarro e lo psichiatra, Rosario Cambria. Il tema della paura e dei suoi risvolti sociali ha caratterizzato il quattordicesimo appuntamento dell’evento organizzato da Giusva Branca e Raffaele Mortelliti, che, dal palco della Torre Nervi di Reggio Calabria, hanno condotto il dibattito al quale hanno partecipato il giornalista del Quotidiano del Sud e di Repubblica, Giuseppe Baldessarro e lo psichiatra reggino, Rosario Cambria. Assenti per sopraggiunti impegni istituzionali Federico Cafiero de Raho, procuratore capo di Reggio Calabria e Marco Minniti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Apertura della serata riservata a Rosario Cambria, psichiatra reggino che svolge la sua professione nelle Marche. “La paura – afferma lo specialista – non è un elemento negativo in assoluto perché fa parte della natura umana e, spesso, ci consente di essere maggiormente concentrati su un obiettivo che ci prefiggiamo oppure di essere coscienti di un pericolo realmente esistente. La situazione cambia, invece, se la sua presenza è cronica, tale, cioè, da condizionare ogni nostro comportamento. Ciò provoca mancanza di autostima, insuccesso, frustrazione e isolamento”. La paura si vince solo affrontandola, continua Cambria, “evitando di chiudersi in se stessi e facendosi aiutare da personale specializzato, capace di far acquisire tecniche comportamentali che conducono ad una guarigione definitiva”.
Una lettura di carattere sociale è stata offerta da Baldessarro, secondo cui “nella nostra città la paura è, ormai, diventata un elemento molto diffuso perché è direttamente proporzionale al senso di incertezza che caratterizza la vita lavorativa, economica e sociale di Reggio Calabria. La conseguenza più grave è che, in alcuni casi, ciò spinge molta gente a isolarsi per evitare di incorrere in situazioni difficili da gestire. Esistono sistemi – continua il giornalista – che utilizzano la paura come strumento di potere nei confronti della società, come per esempio la ‘ndrangheta. Se la nostra regione vuole progredire, bisogna avere il coraggio di spezzare questa “gabbia” mentale sulla quale la criminalità organizzata ha fondato il suo successo”.
Il dibattito è stato intervallato da un monologo dal titolo “Senza serratura”, per la regia di Santo Nicito, con cui l’attrice Irene Polimeni ha messo in scena lo stato mentale della paura, utilizzando la metafora della gabbia.
Nel corso della serata Teresa Ribuffo, artista originaria di Maratea, ha esposto 5 acquerelli raffiguranti la paura dell’infibulazione, mentre Angela Pellicanò, artista reggina, ha esposto un quadro in cui si riproduce la paura della guerra. La serata è stata aperta da “Tabularasa Kids”, con un appuntamento dedicato alla presentazione del libro “Alla ricerca dei colori perduti” di Maria Strianese. In chiusura, invece, spazio a “Tabularasa Carnefresca” con la musica dei WNA (Why not all), caratterizzata da un coinvolgente sound fatto di rock e grunge.

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