Beach Soccer. Il Catanzaro è in finale scudetto alla sua prima esperienza

Catanzaro. Una favola. Uno spettacolo. Un’infinita passione che somiglia ad una storia d’amore di un gruppo che non ha intenzione di mollarsi mai. Mai! E le lacrime di fine gara negli occhi hanno un significato troppo profondo. Catanzaro è in finale scudetto di Beach Soccer alla sua prima esperienza. Domani ore 12 il sogno da realizzare contro Salerno Magna Graecia che nell’altra semifinale ha battuto il Mestre, detentore del titolo. E adesso, se non avete impegni, prendete un pullman e raggiungete Montalto di Castro. Andiamo a prenderci lo scudetto. Solo queste ragazze ce lo possono regalare. Solo loro. Nessuno ci avrebbe scommesso nemmeno un euro. Non soltanto perché era la prima volta. Nossignore. Soprattutto perché nel girone c’erano Terracina e Roma, due pretendenti al titolo. Ma lo sport è magnifico. Incredibilmente magnifico. E a Catanzaro si è aperto un ciclo, prendete carta e penna e segnatevi i nomi di queste giocatrici che, ormai è chiaro, su sabbia e parquet sono tra le più forti d’Italia. Si, d’Italia. Sugli spalti si stropicciano gli occhi. Perché? Perché gioca Federica Marino. E non solo. C’è la Modestia in porta, la Rovito dietro, la Riccelli ovunque, la Sabatino avanti, la Borello e la Tallarigo per mano sulla fascia. E la Capalbo? Mio dio quanto cuore. Mio dio quanto carattere. Qui, si sta facendo la storia. Il gruppo è così compatto, voglioso e diretto verso un unico obiettivo che anche chi gioca pochi secondi lo fa con la stessa intensità emotiva. E’ storia. Si, storia. E il commento di questa partita, se amate i colori giallorossi e avete un po’ di cuore, dovete leggerlo alzati su una sedia. Seduti non si può. In piedi, si parte.
I primi minuti sono da corazzata. Pensate, la Roma finisce il riscaldamento quando Catanzaro lo comincia. Arrivano al campo un’ora prima delle ragazze di Gentile, mister buono ma determinato e vincente. Vavalà e Sigillò sperano di fare bella figura. Non possono credere ad un secondo miracolo in due giorni. Roma spende e spande, Catanzaro è l’insieme di 12 amiche e basta. Ma poi comincia la partita. E quando si gioca lo spettacolo siamo noi. Federica Marino è una star. Le sue giocate portano la gente dagli ombrelloni al beach stadium. Un fuoriclasse assoluto che “costringe” lo speaker della stadio ha parlare: “Impressionante questa giocatrice, complimenti a Federica Marino”. In 4 minuti, tutti corsa e cuore, Catanzaro spaventa Roma e Marino gli mette due gol all’angolino. Standing ovation. Capalbo ha il diavolo dentro, la Rovito “picchia” tutte, la Riccelli è il folletto e poi la Ierardi, la Agostino, la Bagnato. Tutte. Tutte insieme. Giocano con le lacrime agli occhi e una schiuma bianca sulle labbra. Ma la Roma sa giocare e tira fuori l’esperienza. Ci mettono sotto e approfittano della paura di vincere del Catanzaro. Qualche errore, tanta sfortuna e gli arbitri che remano solo verso Piazza San Pietro. Il Catanzaro sbaglia tanti gol e ne subisce tre in due tempi. Roma avanti 3 a 2. Non c’è tempo per recuperare, la partita è finita. L’arbitro assegna un minuto di recupero e qui sorge il sole. Eccolo, li sul mare. La Capalbo è una scheggia impazzita e pressa tutti per recuperare una palla disperata. Non ci crederete mai, ci è riuscita. Va sul portiere ad una velocità impressionante e prende l’autovelox. Si sente “beep beep” e il portiere laziale per rinviare le sbatte la palla addosso, quella che si insacca piano piano, aiutata dalla zolla. 3 a 3 e fischio finale. A Montalto di Castro c’è il terremoto, un boato fortissimo dagli spalti. Ci sono subito i rigori, chi sbaglia perde. Va la Capalbo e la mette all’incrocio. All’incrocio. All’incrocio. Tocca alla Roma. Modestia guarda l’avversaria e le compagne le urlano: portaci in finale. Tiro, parata. Parata. Parata. E’ il tripudio. Si piange e ci si abbraccia. La provincia batte la capitale. Catanzaro è in finale scudetto di beach soccer. Partono i cori dalla sabbia ma nel frattempo la gente sugli spalti si è affezionata a queste ragazze e cantano con loro. “Noi siamo il Catanzaro”, la cantano anche quelli di Viterbo. Vavalà è un padre commosso e non sa a chi abbracciare per prima. I ragazzi della maschile sono tutti lì e si coccolano le loro campionesse. Braccia al cielo, il sogno continua. E allora dai, predente il pullman e raggiungete Montalto di Castro. Catanzaro ha uno scudetto da vincere. Perché adesso, anche se si parte da sfavorite, su quella spiaggia le giallorosse daranno tutto per chiudere la favola a lieto fine. Ma comunque vada, la storia è stata già scritta. Giù il cappello, potete sedervi. Avanti Catanzaro.
RES ROMA-CATANZARO 3-4 dtr (1-2;1-0;1-1 rigori 0-1)
Res Roma: Pipitone, Sclavo, Ciccotti, Villani, Ceccarelli, Caruso, Di Giammarino, Labate, Nagni, Caporro, Cunsolo, Inchingolo. All: Melillo
Catanzaro: Modestia, Tallarigo, Agostino, Riccelli, Marino, Sabatino, Capalbo, Rovito, Liuzzo, Ierardi, Borello, Bagnato. All: Gentile
Arbitri: Addis (Olbia), Melfi (Vasto)
Reti: 1′ pt Marino (C), 5′ Marino (C), 8′ pt Nagni (R); 2′ st Cunsolo (R); 8′ tt Ciccotti (R), 12′ Capalbo (C).
Rigori: Capalbo (C),

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