“Globo Teatro Festival”: la prima carrellata di spettacoli d’autore raccoglie consensi di critica e pubblico

Reggio Calabria. I primi, attesi, appuntamenti all’insegna del grande teatro internazionale a cura di Globo Teatro Festival hanno centrato l’obiettivo di dare vita a un incrocio di linguaggi e creatività. A incantare il numeroso pubblico della prima serata, curioso della novità di intenti che lo staff della rassegna ha pensato per Reggio Calabria, ci ha pensato Peppe Voltarelli con “Il monumento”, teatro-canzone dai toni agrodolci, fatti di note e racconti nel viaggio dentro una terra fatta di contraddizioni e bellezza. Un artista a portata di mano, Voltarelli, di quelli che restano a parlare con i fans; anche se sono tantissimi, anche se la stanchezza è tanta e la mattina dopo bisogna ripartire per altre tappe in giro per il mondo. Ma è questa la dimensione del Globo teatro Festival, quella dell’incontro con i protagonisti degli spettacoli, dello scambio umano e culturale dove tutti sono disponibili fino a tardi a salutare parlare con la gente. E allora succede che tra il pubblico che applaude Voltarelli, silenzioso tra i tanti, trovi anche il genio Pierre Byland, insolito spettatore rapito da una terra, Arghillà, che vuole fortemente scommettere la sua salvezza sull’arte recitata. “Oui – dice con il suo accento francese – il teatro può e deve contribuire a superare il concetto negativo di periferia… perché esso stesso è periferia. Questo è uno spazio fantastico e avete fatto bene a fare questo festival qui”. Assieme a Mareike Schnitker, Pierre Byland ha portato in scena “Confusion” scritto a quattro mani con il grande Jacques Lecoq, davanti a un folto pubblico accorso a vedere il maestro vivente della clowneria teatrale che, per l’occasione, ha inteso far un omaggio al pubblico di Reggio recitando in italiano e ha incantato gli astanti con la magia di chi mette a nudo le fragilità umane per poi non lasciarle scoperte ma, viceversa, vestirle di poesia. Anche per Pierre Byland, tra il pubblico, è intervenuto uno spettatore d’eccezione: Bruce Myers, maestoso interprete dei più importanti palcoscenici mondiali. Arrivato a Reggio Calabria per la direzione del prestigioso workshop “Playing Shakespeare”, iniziato proprio lunedì e rivolto ad attori selezionati da richieste pervenute da tutta Italia, e anche per il suo spettacolo in programma il prossimo 7 settembre, Myers ha assistito allo spettacolo tornando sugli spalti del Forte Gullì di Ecolandia anche in occasione della terza serata che si è aperta con l’opera in greco, sovratititolata in italiano, di Nathalia Capo d’Istria, “Omorfaskimi”, monologo ispirato alla travagliata vita della scrittrice ebrea Gertrude Stern.

Kristina Mravcova e Maria Milasi

Il monologo, suggestivo e coinvolgente, ha lasciato il pubblico nelle mani di Maria Milasi e Kristina Mravcova che, in un vortice di stati d’animo serrati e avvitati attorno a un colpo di scena finale, hanno proposto “La morte addosso”, secondo spettacolo in programma nella serata, con la regia di Americo Melchionda, scritto da Domenico Loddo e Maria Milasi. Alla fine della serata, i complimenti e la foto di gruppo con Byland, Myers, tecnici, spettatori e staff a segnare l’atmosfera di scambio e partecipazione che caratterizza il festival. All’interno di un cartellone di altissima qualità, a testimoniare un percorso ben definito che il Globo Teatro Festival propone per sviluppare la cultura teatrale sin dai più piccoli, ottimo è stato il contributo della sezione dedicata al Teatro bambini che con “Arlecchino e Pulcinella vanno a Londra” di Mary Cipolla e Bianca Elton Ara e “Big ears & his magic bubbles” di e con Bianca Elton Ara, hanno registrato il tutto esaurito con due spettacoli in doppia lingua italiano/inglese, ottenendo un pubblico di piccoli spettatori coinvolti, segnale inconfutabile di una voglia della città di cambiamento e crescita. I prossimi appuntamenti con il Globo Teatro Festival, che dietro le quinte continua a lavorare, sono per venerdì 5 settembre con “La parola padre” per la regia di uno dei più grandi registi contemporanei: Gabriele Vacis. Sabato 6 settembre sarà la volta di “Cells” di e con Sláva Daubnerová ispirato ai diari di Louise Bourgeois e, subito dopo, con “Un uomo in fallimento” di David Lescot per la regia di Francesco Bonomo. Anche il Teatro-bambini tornerà sabato con “Le avventure del giovane che si tramutò in statua”, di e con Chiaraluce Fiorito. Concluderà questa sessione estiva domenica 7 settembre l’eccezionale spettacolo di Bruce Myers per la regia di Peter Brook, “Il grande inquisitore”: un’occasione davvero unica per assistere all’esibizione di chi ha fatto la storia del teatro contemporaneo. Altro giro di giostra, quindi, con il grande teatro d’autore senza dimenticare che dopo gli spettacoli è possibile fermarsi anche a cenare nella terrazza del Forte Gullì con gli originali piatti preparati dalla”Attrattoria”. È una vera rivoluzione culturale quella che sta avvenendo a due passi dalla città, in un Parco, quello di Ecolandia, bellissimo con un teatro rimesso a nuovo per l’occasione, con un festival e una location che hanno lasciato sbalorditi gli ospiti, seppure abituati a contesti importanti in giro per i grandi teatri del mondo. “Nel mondo i teatri si somigliano un po’ tutti, hanno le stesse tende, lo stesso palcoscenico, ti portano alla stessa routine; qui no, qui è tutto diverso e questo è molto interessante. È uno spazio bellissimo, c’è un livello superiore e questo aiuta il teatro. Avete fatto bene a fare questo festival qui, è una fortuna fantastica”, ha detto il grande Pierre Byland in proposito. Una rivoluzione culturale, un’occasione importante da non perdere proprio a due passi dalla città. Anche da qui parte la rinascita di un luogo.

(Foto Kajzar/Pellicanò)

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