Catanzaro. Università in centro, Polimeni e Costanzo: “La proposta della provincia su palazzo Santa Chiara può rappresentare un’occasione di rilancio per la città”

Catanzaro. Testo della dichiarazione di Marco Polimeni, Capogruppo di Catanzaro da Vivere, e Sergio Costanzo, Capogruppo Gruppo Misto: “Da mesi assistiamo al dibattito sul rilancio del centro storico attraverso l’attivazione di nuovi corsi di laurea o il trasferimento degli esistenti in una sede adeguata del centro storico. Oggi che apprendiamo che Palazzo Santa Chiara, attuale sede del Comando provinciale dei Carabinieri, sta per svuotarsi. Crediamo che la proposta della Provincia fatta all’Università Magna Graecia vada valutata con molta attenzione e non solo dai due interlocutori, Provincia e Ateneo, ma da tutte quelle istituzioni, quel mondo culturale e intellettuale che in questi anni si è inserito nei vari dibattiti sul centro storico con un proliferare di comunicati che spesso, però, non hanno fatto altro che arricchire gli archivi dei giornali. Non sappiamo al momento quanto sia onerosa una riqualificazione della caserma al fine di renderla fruibile come sede universitaria, ma siamo, altresì, certi che questa possa essere l’occasione giusta per fare quel salto di qualità del centro storico da tutti invocato.
Se già la Provincia ha reso disponibile l’immobile, il Comune allora si impegni, per quanto di sua competenza, a collaborare per l’adeguamento dei locali. Il mondo imprenditoriale e culturale scenda in campo per sposare un progetto a lungo termine che può rappresentare la possibilità di iniziare a disegnare la città del futuro, quella che lasceremo in eredità ai più giovani. Con l’Università ubicata nella prestigiosa sede del comando provinciale dei Carabinieri, il contesto del centro storico avrà nuova linfa, le attività commerciali che ancora timidamente pensano di investire saranno invogliati a farlo, il teatro diventerà un punto di riferimento culturale importante e tornerà la speranza che anche i cinema possano riprendere la loro attività. Per non parlare del magnifico spazio verde che è villa Trieste e che, nell’immaginario, potrebbe diventare il giardino culturale della città con la sua moderna biblioteca e il museo provinciale. Chiediamo, quindi, di valutare, carte alle mani, ogni via perseguibile affinché un immobile storico e di prestigio non diventi l’ennesimo contenitore vuoto di una città che non può più parlare di se stessa come centro culturale declinandosi al passato, ma deve farlo guardando al presente e proiettandosi al futuro”.

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