Arazzo fiammingo riconsegnato al Museo Diocesano di Gerace. Lamberti: ”Lavori struttura incompleti, perché non tenerlo altri due mesi a Reggio?”

Reggio Calabria. Il capolavoro prodotto negli opifici di Bruxelles-Barabant da Jan Leyniers, dopo sei mesi di permanenza e oltre duecentomila visitatori, presso il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria fa rientro a casa, presso il Museo Diocesano di Gerace. Ieri sera, infatti, si è tenuta la cerimonia di consegna, ribattezzata ”Puntiamo i riflettori” che ha visto il Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici Francesco Prosperetti, la Soprintendente ai Beni Archeologici Simonetta Bonomi, l’Assessore provinciale alla Cultura e alla Legalità Eduardo Lamberti Castronuovo insieme al Presidente della Provincia Giuseppe Raffa, riconsegnare ufficialmente al vescovo di Locri-Gerace Mons. Francesco Oliva e a Giacomo Oliva Direttore del Museo Diocesano di Gerace, l’arazzo fiammingo del XVII secolo.
Arrivato a Reggio Calabria il 15 marzo scorso, il prezioso manufatto fiammingo che raffigura la scena del mito di Meleagro ha, senza dubbio, contribuito ad arricchire il già cospicuo patrimonio artistico del Museo di Reggio; divenendo, insieme ai Bronzi di Riace, uno dei maggiori poli d’attrazione per i visitatori.
Una breve tappa, quella presso il Museo Archeologico, prima di far finalmente rientro a casa dopo quarant’anni di lontananza dalla Locride, che ha permesso a molti visitatori di apprezzare e, finalmente, conoscere un capolavoro dell’arte tessile; un ringraziamento, dichiara Monsignor Oliva: «un ringraziamento va sicuramente a tutti coloro i quali hanno permesso che uno dei tesori della nostra terra tornasse a casa». «Ci auguriamo – ha dichiarato Giacomo Oliva – di terminare i lavori al Museo Diocesano di Gerace prima di Natale ed esporre finalmente nella propria sede il capolavoro di Jan Leyniers». Proprio su questa ‘’permanenza’’ in magazzino dell’arazzo prima di essere esposto presso il Museo che l’Assessore Eduardo Lamberti Castronuovo, lancia la sua proposta: «perché non tenere esposto, presso il Palazzo della Provincia, l’arazzo per altri due mesi e farne fruire la bellezza ai visitatori, in attesa che si concludano i lavori del Museo Diocesano?». La proposta, previo consenso da parte dei tecnici, è stata accolta dal direttore Oliva con entusiasmo.

Giusi Mauro

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