Nino De Gaetano nominato assessore regionale. Luigi Tuccio: “Il dado è tratto”

Luigi Tuccio

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Reggio Calabria. Dunque, alea iacta est! Il dado è tratto: la politica rivendica la sua autonomia e decide della propria sorte nell’interesse del “bene comune”! Era tempo! E ciò accade, nello specifico, attraverso la nomina – effettuata dal Governatore Oliviero – di Nino De Gaetano ad Assessore regionale. E ciò accade il giorno in cui il Procuratore Cafiero De Raho ammonisce che la lotta contro la criminalità organizzata non può prescindere da una lettura in profondità ed in trasparenza nelle pieghe più intime dei rapporti tra il mondo politico amministrativo e gli esponenti della criminalità organizzata, nella veste di imprenditoria mafiosa.
Leggendo ed interpretando il “pensiero alto” (invero neanche pervenuto) di esponenti politici locali – da Destra a Sinistra – rilevo, con grande tristezza, la straordinaria capacità di mutare pelle, di rimodularsi ed adagiarsi alle convenienze contingenti, bruciando il senso ed il significato di valori etici e ragioni di opportunità ad ampio raggio sbandierati nel recente passato, così manifestando il volto autentico di politicanti di bassa cucina. Mentre molti brancolano nel buio silente… Circa tre anni or sono, quale Assessore comunale esterno, per una vicenda giudiziaria che non mi riguardava affatto né come persona né come amministratore, fui raggiunto da strali di moralismo, scagliatimi contro da destra e da manca. Addirittura l’allora portavoce del PD, Consigliere comunale, aveva anche levato – spinto dalla condivisione della sua parte politica – la soglia della convenienza politica che legittimava la richiesta di dimissioni, riconnettendola addirittura alla possibilità che un virus criminogenetico potesse arrivare dentro le scelte della pubblica amministrazione per il fatto che Tuccio potesse in prospettiva incontrarsi – ancorché in qualche festeggiamento natalizio – con scomodi parenti acquisiti… Alla osservazione anzidetta, di ricerca di purezza angelica nell’amministratore e quindi, in mancanza di essa, di automatica demonizzazione del Tuccio assessore, fece eco senza battere ciglio la Destra o meglio qualche rappresentante della Destra del momento che, balbettando e sussurrando in ordine alla insinuata opportunità politica segnalata dalla Sinistra, ne evidenziò l’opportunità personale delle dimissioni, salvo contraddire se stesso, in seguito, su più comode e ben remunerate poltrone!
Ovviamente non persi tempo ed attraverso una ampia relazione (resa durante una conferenza pubblica) ho dichiarato che “quella politica, tutta intera” non mi apparteneva e mi dimisi facendo il pieno a vita di fierezza e dignità! Ciò tra il sarcasmo di parte della stampa, oggi opportunamente silente, che addirittura tentò di ironizzare, sminuendo la gravità di tale momento ed offrendo una immagine goffa del sottoscritto. Oggi la vicenda De Gaetano è stata sviscerata in un dibattito sui social network con opinioni contrastanti ma in definitiva non ponendosi il problema di un radicale cambiamento di rotta per una “posizione processuale”, quella di De Gaetano appunto, per la quale ribadisco con estrema sincerità la scelta garantistica ad ampio raggio, con l’augurio che possa dimostrare la propria estraneità a quanto evidenziato dagli investigatori. Ma detto ciò rimane assolutamente indigeribile la evidenziata ondivaganza, per non dire inconsistenza, del pensiero politico emerso nel dibattito cittadino, rammentando, per un verso che fui tenuto sulla graticola mediatica per mesi, anche dopo le dimissioni (ed oltre) e che nessuno da Destra a Sinistra ha ricercato la linea di demarcazione tra l’agire politico amministrativo e la concretezza di un rapporto di “paraaffinità” mai coltivato, né prima né dopo!
Ed allora non rimane che denunciare l“indignazione a convenienza” dei moralizzatori – professionisti e non – e con profonda tristezza prendere atto della totale inconsistenza dello spessore umano e politico degli attuali rappresentanti della Destra reggina e calabrese, portatori di messe di voti, che continuano a brillare tra il silenzio delle tenebre, confidando su parte dei media che pare abbia perso – da un paio di mesi – quella florida ed a tratti simpatica ironia che trattò il mio “caso”.

Luigi Tuccio

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