Modifica procedura di rinnovo contrattuale per il fitto dei terreni adibiti a pascolo

Catanzaro. Martedì 12 maggio 2015, presso il Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, di concerto con Calabria Verde e con la presenza di ARA, su impulso del Presidente Mario Oliverio e del Consigliere regionale Mauro D’Acri è stato affrontato il problema del rinnovo della concessione del fitto dei terreni demaniali regionali, adibiti ad uso pascolo di bestiame.
«Abbiamo ritenuto di agire su un regolamento -ha commentato a fine lavori l’On. D’Acri- che di fatto costringeva gli allevatori ad eseguire ogni anno, la richiesta di fitto dei terreni e che, spesso, rappresentava un rinnovo della stessa domanda. Con l’adozione di questo provvedimento, la concessione avrà una durata pari a quattro anni e non necessiterà di ulteriore conferma sino allo scadere del quadriennale concesso».
I periodi di pascolo rimangono invariati rispetto al passato previo contratto sottoscritto con gli enti gestori. «Il provvedimento – ha affermato D’Acri – serve a sburocratizzare un attività che sino ad oggi si poteva ritenere “ripetitiva”. Con la sua adozione, non solo si snellirà una procedura che per gli allevatori rappresentava una fastidiosa perdita di tempo si avrà una ricaduta positiva anche sulla gestione del territorio, specie nell’ambito della prevenzione del dissesto idrogeologico e di qualità del suolo».
«Insieme al Presidente Mario Oliverio – ha concluso D’Acri – stiamo dando una svolta al settore agricolo e infatti mai come oggi in Calabria si pensa e si agisce in maniera strutturale. Infatti gli agricoltori potendo usufruire di un contratto di quattro anni potranno realizzare adeguati miglioramenti agronomici che prima con fitti annuali non erano proponibili. Inoltre, con questo disposizione abbiamo eliminato un ritornello che ogni anno si presentava dinanzi agli allevatori, tenendo in considerazione le politiche di gestione del territorio. Dunque, non più provvedimenti tampone nel settore agricolo e forestale ma tanta programmazione condivisa con le parti interessate, come le associazioni di categoria e nel nome della politica del fare».

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