Tabularasa: l’essenza dello sport tra ricordi e sogni

Reggio Calabria. Una connotazione quasi letteraria e romantica anche se il tema centrale ha riguardato lo sport. Questa la peculiarità di “Quel Basket che non c’è più”, nuovo appuntamento del contest culturale “Tabularasa“. A discuterne con Giusva Branca e Raffaele Mortelliti (organizzatori della kermesse) lo scrittore e docente Fabio Cuzzola e il giornalista, scrittore e telecronista sportivo Flavio Tranquillo. Un confronto a quattro voci sviluppato sui colori della nostalgia, con un occhio, inevitabilmente, al presente e lo sguardo proiettato al futuro. Lo sport come metafora di vita, specchio dei mutamenti sociali, capace di caratterizzare spazi e luoghi, di creare passione e ricordi. Un mix di aneddoti professionali e racconti personali hanno trascinato la discussione. Nelle parole dei protagonisti la platea ha rivissuto l’importanza rivestita dalla Viola Reggio Calabria negli anni 80 “durante la guerra di mafia – ha detto Cuzzola – le partite al Botteghelle ci salvarono, ci permisero di non vedere quello che accadeva per strada”.
Sottolineato il ruolo che lo stesso team neroarancio, così radicato sul territorio, ricopre e può ricoprire verso le nuove generazioni. Ecco poi i trent’anni di pallacanestro vissuti da Tranquillo ai massimi livelli: dalle partite di Lega, passando dalla Nazionale, fino alle telecronache di Nba e le differenze, provate in proprio, tra il nostro paese e gli Usa dove, ha evidenziato il giornalista sull’onda del ricordo di Giordani e Peterson, “si è scoperto – ha dichiarato – che l’epica e lo sport possono convivere e non solo nella solennizzazione del racconto ma nell’idea di una narrazione che diventa di tutti, nella convinzione che se qualcosa diviene patrimonio comune è un bene”. Non poteva mancare il ricercare, all’interno del viaggio compiuto, cosa sia cambiato con l’avvento dei new media e dei social network nei confronti dell’attuale diffusione della pallacanestro, così come la diversità tra radio e telecronaca “solo con la voce – ha rimarcato Tranquillo ricordando la “tendenza” Buffa – non hai scelta: in tv, grazie alle immagini e basandoci anche sui tempi che la partita può imporre, puoi imbastire quasi una “chiacchierata” con lo spettatore”. E proprio in una finale di Eurolega nacque la frase “Altro tiro, altro giro, altro regalo”, divenuto qualche mese fa il titolo del libro di Flavio Tranquillo: un connubio di passione e lavoro, un turbine di sensazioni ed amore che parte dal basket e s’inoltra nella vita. “Non un basket migliore dell’altro – ha chiosato Tranquillo in riferimento al tema della serata – ma un basket che sta cambiando”, e che lui ha contribuito e contribuisce a colorare di sfumature ed emozioni. In conclusione il live del gruppo Other Voices: dalla provincia di Reggio una band dal respiro internazionale che ha presentato l’ultimo lavoro, l’album “A Way Back”, registrato tra Liverpool e Taurianova, col mastering di Kevin Paul, famoso per i lavori con i Depeche Mode.

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