Ecojazz 2015: suoni evocativi nell’incontro con la Fata Morgana

Reggio Calabria. Suoni evocativi sullo Stretto grazie alle melodie ed alle parole di Farzaneh Joorabchi (voce e setar) con Filippo Pedol al contrabbasso. Si è aperta, nella notte tra lunedì e martedì, con l’esibizione della musicista nata a Teheran, ne “Il jazz incontra la Fata Morgana”, la venticinquesima edizione del “Festival Ecojazz”, fortemente voluto dall’organizzatore e direttore artistico Giovanni Laganà.
Pubblico delle grandi occasioni nonostante il concerto sia stato programmato, come sempre, all’alba, nella “Rotondetta” del Lungomare. Atmosfere etniche e di world music che sconfinano e toccano approcci lontanamente jazzistici. Uno spettacolo unico nel panorama dello Stretto, l’accoglienza del giorno abbracciata da un sound meditativo e, a tratti, ritmico.
Le serate di Ecojazz invece iniziano con un’originale e nuova lettura per “The Doors”, le porte della percezione. Primo appuntamento serale di mercoledì 5 agosto, ore 22.15 al Centro equitazione Foti di Pellaro a Reggio Calabria, l’esibizione di Luca Aquino “OverDoors” (tributo a The Doors). Luca Aquino alla tromba, Dario Miranda al basso, Antonio Iasevoli alla chitarra e Lele Tomasi alla batteria.
«Quando ho iniziato ad ascoltare musica – spiega Aquino – il primo gruppo che ho sentito sono stati i Doors. Ed il primo brano che ho suonato con la tromba è stato “Riders on the storm”. C’è un legame particolare con questa band. L’idea è nata da un lungo soggiorno a Parigi, due anni fa, ho pensato ad un tributo alla storica band e l’ho messo su grazie ad un quartetto tutto nuovo: Dario Miranda al basso elettrico, Antonio Jasevoli alla chitarra e Lele Tomasi alla batteria. Nel disco ci sono tutti brani dei Doors ed una composizione mia che dà il titolo all’album».
Torna a Reggio Calabria il musicista di Benevento, direttore nella sua città di un festival musicale, ben vicino all’idea di portare nelle strade e nelle piazze il jazz. Nell’album che sarà suonato dal vivo mercoledì sera, il suono riparte dall’esperienza nordica di uno dei precedenti album di Aquino, “Chiaro”, nello stesso tempo però prosegue verso una nuova direzione. Le riletture del repertorio dei The Doors sono libere e disinvolte, Aquino prende spunto dalle melodie originali per renderle proprie e creare qualcosa di inedito con arrangiamenti grintosi.

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