Guardia Costiera sequestra a Punta Pellaro le strutture di Free Spirits. Protestano i surfisti: “Efficace autorizzazione 2013 e per nuova legge non serve”

Reggio Calabria. L’avvocato Enzo Caccavari ha trasmesso un comunicato stampa dell’Asd Free Spirits in merito al sequestro eseguito nei giorni scorsi a Punta Pellaro dalla Guardia Costiera. L’associazione presieduta da Vincenzo Tornabene ritiene illegittimo il sequestro e ha organizzato una manifestazione di protesta per domani. Di seguito il testo del comunicato dei surfisti:

Chi non conosce la località Punta Pellaro, celebre per le ali colorate che tappezzano il cielo reggino?
Bene, la Guardia Costiera di Reggio Calabria il 4.8.2015 ha sequestrato alcune strutture, tutte rimovibili, dell’ASD Free Spirits, utilizzatrice di un suolo privato proprio in località Punta Pellaro di Reggio Calabria, dove si praticano tutto l’anno, e specialmente nel periodo estivo, sport acquatici e in particolare il surf, il windsurf ed il kitesurf.
Non solo, la piccola zona interessata all’attività sportiva è meta di centinaia di turisti provenienti da ogni parte del Paese e dall’estero in quanto rappresenta uno “spot” tra i più apprezzati al mondo per la regolarità, la qualità e la frequenza annuale del vento, l’elemento naturale che insieme all’acqua consente questo tipo di pratica.
Ma a dire degli agenti operanti e del magistrato reggino di turno la struttura in legno, che insiste su area privata e a distanza di rispetto dalla battigia, è stata allestita “in assenza del nulla osta paesaggistico ambientale”.
L’associazione si difende con le unghie e con i denti, dimostrando che il parere favorevole da parte della Soprintendenza BAP e dell’Amministrazione Provinciale è intervenuto in data 24/25.7.2013, nel quinquennio precedente, e che l’autorizzazione paesaggistica, per come regolamentata è efficace per un periodo di cinque anni (art. 146 del DL 70/2011) ed era pertanto perfettamente efficace.
Tutte le autorità amministrative competenti confermano all’associazione che addirittura un tale parere non era affatto necessario per il periodo stagionale di gg. 90 per il quale il progetto del manufatto era stato presentato al locale SUAP in SCIA sin dal mese di maggio scorso.
In attuazione della Circolare n.1 del 02/01/2012 del MiBACT, avente per oggetto Piano di riduzione degli oneri amministrativi – modulistica standardizzata, si legge, infatti, al punto 38 del modello scaricabile dal sito del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo http://www.sbap-pr.beniculturali.it/index.php?it/128/modulistica-standardizzata l’autorizzazione paesaggistica in via sostitutiva, mediante procedimento semplificato, va richiesta (punto 38) per “Occupazione temporanea di suolo privato, pubblico, o di uso pubblico, con strutture mobili, chioschi e simili, per un periodo superiore a 120 giorni”.
All’atto della presentazione e deposito in data 13.5.2015 delle Opere temporanee di facile rimozione in SCIA per il 2015 prot. 3168, infatti, il SUAP non richiese alla “Free Spirits” alcuna autorizzazione paesaggistica, neppure in via sostitutiva e mediante procedimento semplificato, proprio perché esisteva una precedente autorizzazione e perché la nuova normativa non la prevedeva per un’attività che aveva il carattere della temporaneità, fissata in 90 giorni.
Solamente in data 27.7.2015, proprio quando l’associazione sportiva iniziava l’attività stagionale contando sul precedente parere in essere, sulle assicurazioni ricevute e, in una parola, sul consolidato principio dell’affidamento, il SUAP si è accertato che l’ufficio preposto al parere fossero chiuso per ferie ed ha richiesto un parere all’Ufficio della Provincia, e non nei quaranta giorni dalla data di ricezione della domanda, come prevede la legge, né entro i trenta giorni come nel caso di autorizzazione paesaggistica semplificata.
Conseguentemente alla attività della Guardia Costiera, che ritiene di trovarsi di fronte alla flagranza di reato e ad una situazione di urgenza suscettibile di provocare gravi danni all’arenile, senza attendere un decreto motivato del pubblico ministero o del giudice, la polizia giudiziaria procede d’iniziativa al sequestro del manufatto.
L’incredibile storia è solo un altro tassello di burocrazia dei poteri locali che penalizza la città ed il suo sviluppo turistico-ricettivo.
Ma i surfisti non si arrendono: di fronte all’evidenza di aver visto rovinate le proprie vacanze ed alla rabbia che monta, hanno previsto per domani una mobilitazione generale con forme di protesta da parte degli sportivi reggini ma soprattutto delle centinaia di turisti che raggiungono le nostre coste per trascorrere le ferie in quel piccolo paradiso naturale che è Punta Pellaro.

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