Catanzaro. Convitto nazionale Galluppi, Capellupo: “Ancora silenzio dal sindaco Abramo”

Vincenzo Capellupo

Vincenzo Capellupo

Catanzaro. «Negli ultimi mesi ho più volte sollecitato l’Amministrazione comunale sulla vicenda del Convitto Nazionale Galluppi di Catanzaro ritenendo assurda ed immotivata la decisione di revocare il bando, già precedentemente pubblicato, per i posti gratuiti di convittore e semiconvittore». Lo afferma il consigliere comunale Vincenzo Capellupo.
«La revoca – prosegue Capellupo – fa venire meno un servizio che il Capoluogo di Regione eroga da decenni, causando la perdita di almeno 23 posti di lavoro in base al decreto interministeriale organici personale Ata. Una tragedia sociale ed occupazionale che non possiamo permetterci. Finalmente circa tre settimane fa siamo riusciti a svolgere una commissione consiliare ad hoc, grazie anche alla disponibilità del Presidente dell’organismo consiliare cultura, con la presenza dei dipendenti del Convitto, del dirigente scolastico Lidia Elia e dell’assessore comunale alla pubblica istruzione. In quella sede si era convenuto di convocare immediatamente una conferenza dei servizi per affrontare la questione ed individuare le risorse economiche necessarie, che questo anno l’Amministrazione comunale aveva deciso nel silenzio di sopprimere, ma ad oggi ancora nulla. Evidentemente la formazione, l’istruzione, la tutela e la dignità del lavoro interessano poco a questa amministrazione comunale. Non è accettabile questa tempistica biblica per la risoluzione di una semplice questione che non necessita di grandi investimenti».
«Chiedo pubblicamente al Sindaco Sergio Abramo – conclude Capellupo – che ha deciso nonostante le mie ripetute richieste a lui indirizzate di non interessarsi della vicenda, perché vuole chiudere il Convitto Nazionale Galluppi di Catanzaro? Si parla tanto di centro storico e poi si chiude un polo culturale ed economico che gravita proprio in questa zona della città? Questo silenzio è inaccettabile. Scuola, alunni, lavoratori e famiglie meritano rispetto».

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