Inaugurato il Centro civico ad Archi intitolato alla memoria delle vittime innocenti della ‘ndrangheta

Reggio Calabria. «La battaglia per la legalità si combatte nelle aule di tribunale, ma si combatte anche con avamposti di legalità per le strade e sul territorio, senza provocazione ma con coraggio, utilizzando parole forti: la ‘ndrangheta è un cancro dal quale dobbiamo guarire». Lo ha sottolineato il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, che questa mattina ha inaugurato nel quartiere di Archi il nuovo centro civico, ‘Il Seme della Speranza’, dedicato alla memoria delle vittime innocenti della ‘ndrangheta. Dopo anni di attesa i lavori del Centro Civico, finanziati con i fondi del Decreto Reggio, sono ripartiti nello scorso mese di aprile su impulso del Sindaco Falcomatà e sono stati completati in soli 8 mesi. Alla cerimonia di inaugurazione, oltre al primo Cittadino di Reggio Calabria, hanno preso parte il Prefetto Claudio Sammartino, il Procuratore Aggiunto di Reggio Calabria Gaetano Paci, i vertici provinciali delle forze dell’ordine, il Presidente del Tribunale Luciano Gerardis, il vicepresidente nazionale di Libera Davide Pati ed i rappresentanti locali dell’Associazione Domenico Nasone e Francesco Spanò, l’Assessore provinciale alla Legalità e Cultura Eduardo Lamberti Castronuovo, l’Assessore comunale alla Legalità Giovanni Muraca, gli studenti ed i docenti del Conservatorio Francesco Cilea, accompagnati dalla Presidente Daniela De Blasio, gli alunni e gli insegnanti dell’Istituto Comprensivo “Italo Falcomatà” di Archi, la portavoce del Coordinamento Riferimenti Adriana Musella, i Sindaci di diversi Comuni della Città Metropolitana di Reggio Calabria, le suore dell’Associazione “Il Seme”, gli scout e le associazioni di volontariato del quartiere di Archi.
«Appena 8 mesi fa qui c’erano sterpaglie, erbacce, una discarica a cielo aperto, la recinzione di un’opera pubblica chiusa da tanti anni», ha ricordato il Sindaco Falcomatà durante la cerimonia alla quale hanno partecipato centinaia di cittadini. “Ma c’era un presidio di resistenza e di legalità – ha aggiunto – un container dell’associazione il Seme. Le suore hanno voluto resistere continuando a lavorare e noi non potevamo non fare qualcosa assieme a loro per il quartiere. Ci siamo impegnati a riaprire un cantiere chiuso da oltre 5 anni e in meno di 300 giorni siamo riusciti a completarlo e a riconsegnarlo alla città» ha detto ancora. «Oggi seminiamo piccoli semi di speranza che devono essere coltivati ed innaffiati dagli stessi cittadini attraverso la cultura, il coraggio, grazie alle associazioni che vogliono stare al nostro fianco. Dobbiamo – ha concluso Falcomatà – far vivere questo centro civico seminando semi di speranza affinché la nostra terra diventi sempre più ricca e prosperosa. All’ingresso del Centro Civico campeggia una frase di Peppino Impastato: “La mafia è una montagna di merda”. Non abbiamo paura di dire le cose come stanno e siamo convinti che le mafie si combattono attraverso l’opera encomiabile delle forze dell’ordine, che ringraziamo per l’enorme impegno e per gli importanti risultati che hanno conseguito sul nostro territorio, ma anche attraverso lo sviluppo ed il sostegno alle realtà più virtuose presenti nella nostra città».

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