Polizia Municipale nella bufera, licenziata una dipendente: l’indignazione dei colleghi

Reggio Calabria. Esplode il malcontento tra gli uomini e le donne della Polizia Municipale. Appena hanno saputo del licenziamento della loro collega si sono raccolti alla spicciolata davanti alla sede del Comando, in viale Aldo Moro. Stasera è stato notificato il licenziamento a una dipendente, una vigilessa. I sindacati hanno più volte contestato le motivazioni dei rilievi mossi alla dipendente, bollandoli come eccessivo rigore ed eccessivo formalismo all’interno del Comando (clicca qui per leggere l’articolo). Il licenziamento è stato firmato dalla commissione disciplina del Comune.
Adesso che il provvedimento è stato notificato, i colleghi e le colleghe della vigilessa sono increduli e indignati. Abbiamo raccolto lo sfogo di alcuni di loro fuori dal Comando. «Ci auguriamo – afferma un vigile – che tutto finisca in una bolla di sapone come riteniamo che sia. I colleghi sono indignati. Sarebbe il primo caso in Italia in cui una dipendente che ha lavorato viene licenziata, per una formalità irrilevante».
«L’amministrazione – è lo sfogo di un altro vigile – non si sta interessando della polizia municipale. C’è un silenzio assoluto. Abbiamo più volte interessato l’amministrazione con i sindacati, ma il sindaco e l’assessore non ci hanno mai ricevuti. Abbiamo cercato di risolvere le questioni con le relazioni sindacali, e invece siamo arrivati al punto di licenziare una dipendente che è venuta a lavorare su autorizzazione del dirigente, anche se c’è stato un disguido. Non è ammissibile che una madre di famiglia venga licenziata soltanto perché doveva lavorare sabato invece di domenica. Viene accusata di avere modificato un atto che non è amministrativo, che non è firmato né dal dirigente né dall’istruttore, è un atto interno che lei avrebbe solo adeguato alla situazione reale. C’è stato un cambio tra un istruttore che doveva lavorare sabato e andare in licenza domenica, il dirigente ha firmato la sostituzione, entrando nel merito, quindi la collega in buona fede invece di venire a lavorare sabato è venuta a lavorare domenica quando doveva sostituire il collega che era in licenza. Se io devo sostituire un collega vengo a sostituirlo quando il collega doveva lavorare, non quando doveva riposare. Siccome la logica non c’è più, è partito il procedimento per il licenziamento, tutti speravamo che una volta rivalutati gli atti, con le testimonianze che ci sono state, venisse rivalutata la posizione della collega, oggi ci siamo trovati questa sorpresa».

Fabio Papalia
photo Domenico Notaro

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