Il segretario-questore del Consiglio regionale Giuseppe Neri interviene nel dibattito sulla legge elettorale nazionale

Giuseppe Neri

Giuseppe Neri

Reggio Calabria. “La legge elettorale è, attualmente, il perno del dibattito politico. Tra tecnicismi, strategie, responsabilità e pallottolieri si sviluppa la discussione su un tema che nessuno può permettersi di far scivolare tra le maglie di una corsa contro il tempo trascurando aspetti cruciali che si rifletteranno su assetti e stabilità futura”. Ieri durante la votazione si è palesata, numeri alla mano, l’instabilità del ‘patto’ siglato. Grillo ha fatto emergere quanto sia abile a giocare – sottolinea Neri – richiamando sempre la “sovranità” del blog che di nulla si tratta se non di un gruppo ristretto capace ad oggi di sconvolgere gli assetti del Parlamento; il PD, dall’altra parte, sembra non rendersi conto che rischia di ritrovarsi in un angolo con una sola carta in mano: dover approvare una legge che non rispecchia le linee guida di partenza”.
“La deputazione calabrese ha votato compatta facendo risaltare ancora di più l’unico parlamentare che viene annoverato nella cerchia dei dissidenti. Questa semplificazione rispetto a chi ha espresso un voto contrario appare superficiale e utile a chi non vuole andare a fondo e analizzare criticità evidenti. L’on. Demetrio Battaglia ci pone davanti un problema politico che non consente di voltarci dall’altra parte, andando oltre l’ambizione di mantenere e conservare uno status quo che non può certo essere l’unico fattore determinante e decisivo al momento del voto in aula. Scegliere di muoversi dentro le righe di un percorso definito può risultare più comodo, ma non è certamente allontanandosi da una visione più ampia e accantonando la lungimiranza di una prospettiva che possa fare bene al Paese che si costruirà quella stabilità tanto agognata”.
“Forse un ritorno al Mattarellum potrebbe riportare tutti dentro un dibattito che sia costruttivo e volto a creare un domani più solido, senza concedere altro spazio a chi, piano piano, vorrebbe condurci su un terreno di disputa che non appartiene al PD, unica forza organizzata e strutturata capace di dare un contributo concreto e forte al Paese”.

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