Elezioni. Lanucara (LeU): «Teniamoci pronti per le eventuali prossime elezioni»

Liberi e Uguali con Pietro Grasso

Liberi e Uguali con Pietro Grasso

Reggio Calabria. La politica, com’è noto, è collegata all’economia e in quanto tale genera disuguaglianze. Viviamo dunque in un mondo disomogeneo che suscita ed accresce il malcontento di molti. Il voto del 4 marzo va collegato a parer mio ad una mancanza di razionalità e quanto è uscito dalle urne non ci conduce di sicuro alla “salvezza”. L’Italia è divisa in due, una parte è occupata dai ricchi e l’altra è ormai destinata alla povertà. Niente di nuovo dunque, niente di nuovo al di là della scomparsa della tradizionale presenza dei partiti organizzati. Il nuovo che avanza è privo di rilevanza e non sancisce la legittimità dello stato politico, ormai non più orizzontale ma verticale. Solo guardando in “alto” vediamo il luogo della politica e il solo potere che norma.
Il potere che ci appare oggi non è quello del progresso e della crescita e allora, mi chiedo, per chi abbiamo votato? Il nostro voto a quale contratto è riconducibile, a quello della rabbia? Io penso che la sinistra per essere credibile deve sapere costruire un soggetto politico, un partito che abbia quotidianamente presente i “poveri cristi” disoccupati del sud e non solo. Oggi viviamo all’interno di un sistema economico che esclude sempre di più gli svantaggiati e al contempo cancella i diritti umani per i quali abbiamo combattuto negli anni passati, primo tra tutti quello della certezza del lavoro e della conseguente dignità umana, è questa la nuova questione sociale nel nostro paese: gli esclusi devono identificarsi in un partito capace di mettere al centro la “questione sociale” per chiedere il diritto di cittadinanza.
Un partito di sinistra non può che far riferimento alla tradizione di lotta popolare storicamente poggiata tra tradizione e innovazione, un partito portatore di contenuti culturali e di senso. Non buttiamo, dunque, il bambino con l’acqua sporca. I partiti devono esserci così come dice la nostra Costituzione e devono costruire luoghi affascinanti, democratici e popolari che sappiano rifiutare con forza la subalternità e i potentati. Spesso mi domando pensando alla realtà attuale chi sono io oggi e come posso essere utile agli altri dopo la mia lunga esperienza politica. La risposta immediata e che mi verrebbe di chiedere alla politica di mettere seriamente mano alla spesa pubblica rigenerandola e togliendola dalle mani attuali predatorie. Lo so che non è cosa facile ma si deve provare a farlo.
Il sud non può essere più il paese della cuccagna, di chi più ruba, più dorme e più guadagna. Incominciamo a suonare le campane, svegliamo il popolo facendogli prendere coscienza della sua forza. La rabbia si sconfigge facendo venir fuori la razionale intelligenza delle giovani e dei giovani, prefigurando un luogo nel quale un partito già radicato nella storia della sinistra potrà riprendersi il suo colore e la sua forza trasformatrice. Voglio precisare che si può abitare un partito di sinistra solo se si è personalmente disinteressati e se si ha a cuore la sicurezza e la cultura umana, mettendo al centro la diversità meridionale e in particolare quella calabrese. Per realizzare un obiettivo ambizioso serve un rinnovamento profondo e leale. Possiamo ora e qui scegliere la radicalità, viste le lacerazioni che le nuove classi medie propongono.
Evitiamo di mettere la testa sotto la sabbia e troviamo il coraggio di proporre l’unità di tutta la sinistra mettendoci ovviamente in discussione. Agli amici e compagni di “LeU” chiedo una nuova dose di umiltà poichè le molteplici e non componibili tensioni sono riconducibili ai rapporti di forza in un fase in cui si muovono nuove subalternità (penso al fenoimeno migratorio) pericolose per la sinistra e per la Calabria. Il popolo ha già detto che ama la libertà e io condivido fino in fondo la sua bellezza, non tradiamola quindi e impegniamoci a difenderla lottando per il lavoro libero fuori da ogni servilismo. Tuttavia mi sento di chiedere ai senza lavoro la disponibilità alla partecipazione democratica. La formazione Liberi e Uguali dovrà chiedere loro di essere visibili e disponibili ad essere in piazza. Cambiare si può ora e sempre. Teniamoci dunque pronti per le eventuali prossime elezioni.

Antonia Lanucara
Liberi e Uguali

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