Viaggio nella letteratura calabrese: l’autore Giovanni Suraci dialoga con i giovani lettori dell’I.C.”Radice-Alighieri”

Reggio Calabria. Si è svolto giovedì 26 aprile l’incontro degli studenti dell’I.C. “Radice-Alighieri” di Catona con Giovanni Suraci, autore del libro “Era fame di vita”, edito da Città del Sole. Il momento vissuto presso la sala “Alfonso Ciprioti” del Centro Civico di Arghillà ha rappresentato la tappa conclusiva di un percorso di educazione alla lettura che ha proposto alle classi terze della secondaria di primo grado un approfondimento sulla letteratura calabrese. Moderatrice dell’evento la giornalista Anna Foti che, prima di lasciare spazio ai contributi e alle domande degli alunni, ha presentato i relatori intervenuti: il dirigente scolastico, avv. Simona Sapone, la professoressa Angela Borrello, referente del progetto di lettura, l’editore Franco Arcidiaco, delegato alla cultura del Comune di Reggio Calabria e il dott. Giovanni Suraci, autore del libro. «Muovendoci un po’ in controtendenza vogliamo promuovere la lettura come valore fondamentale per lo sviluppo di ciascun individuo» afferma il dirigente scolastico, evidenziando le finalità educative dell’iniziativa. L’intervento della professoressa Borrello, entrata nel merito dei contenuti del progetto, ha introdotto la suggestiva rassegna di citazioni d’autore, da Petrarca a Stephen King, con cui gli studenti hanno provato a definire la straordinaria esperienza di crescita generata dall’incontro con un buon libro: «I migliori compagni di viaggio sono i libri: parlano quando si ha bisogno, tacciono quando si vuole silenzio. Fanno compagnia senza essere invadenti. Danno moltissimo senza chiedere nulla (Terzani)». Si conclude così un percorso didattico volto alla promozione della lettura in cui si è scelto di dare spazio agli autori calabresi per sopperire, in tal senso, alla carenza dei manuali scolastici. Da qui la scelta di coinvolgere il dottor Giovanni Suraci all’interno del progetto.

Primo libro di una trilogia che vuole raccontare una Calabria libera dai tradizionali stereotipi e dai preconcetti negativi di cui la storia l’ha rivestita, “Era fame di vita” manifesta un’ampia fruibilità didattica da rintracciarsi nel realismo del suo impianto narrativo. Il periodo storico in cui si svolgono le vicende si inquadra all’interno di un più ampio contesto di fermenti internazionali: gli anni post-bellici della guerra fredda, infatti, offrono una cornice politica e sociale alla descrizione, particolarmente evocativa, di luoghi e personaggi. Le scelte stilistiche dell’autore, finalizzate all’elaborazione di un messaggio dai risvolti etici, consegnano al lettore il ritratto autentico di una Calabria fiera, capace di rivelare negli elementi naturalistici, nella ricchezza delle tradizioni, nella nobiltà dei valori, il fascino di una bellezza dimenticata. «Non è possibile avere solo stereotipi negativi nei confronti della nostra terra, perché altrimenti si rischia di emularli. Dobbiamo invece ispirarci al bene» dichiara Giovanni Suraci, motivando le premesse teoriche su cui si innesta la trama del racconto. Una curiosità vivace ed un notevole entusiasmo intellettuale hanno caratterizzato il momento di confronto preparato dalle domande che gli studenti dell’I.C. “Radice-Alighieri” hanno rivolto all’autore.«Voi siete le sentinelle della contemporaneità» ha affermato Giovanni Suraci rivolgendosi all’astante platea di giovani, cui ha affidato il compito di riscattare, attraverso la cultura, il destino della Calabria. «Un uomo senza cultura è come un corpo senz’anima» ha continuato l’autore, ribadendo la centralità dell’istruzione all’interno delle dinamiche di sviluppo ed emancipazione di un popolo. Sciogliendo la metafora contenuta nel titolo del libro ha aggiunto: «Quella che provavamo, noi ragazzi di quegli anni, era una fame di informazioni, di conoscenza, di cultura». Educare alla lettura significa favorire lo sviluppo di un pensiero critico tale da fornire nuove chiavi interpretative della realtà; pertanto gli obiettivi formativi di cui la scuola si fa carico confluiscono naturalmente nelle finalità didascaliche del volume di Giovanni Suraci il quale, prima di congedarsi, ha consegnato al suo pubblico di giovani lettori le parole del cantautore Francesco De Gregori, come sintesi poetica di una missione squisitamente democratica: «La storia siamo noi, nessuno si senta escluso».

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