Terminati gli interventi “per questione personale”, il Consiglio ha così iniziato la discussione sull’Hospice. Massimo Canale, esponente Pdci, si è detto nuovamente contrario, non dopo aver replicato all’invito rivolto dal sindaco a inizio lavori. “Rivendico il diritto all’ostruzionismo”, ha affermato Canale, rinfacciando con la consueta ironia al presidente del Consiglio comunale Aurelio Chizzoniti quell’episodio quando, pur di far mancare il numero legale, “è scappato via da quest’aula con i pantaloni in mano”. Lo stesso Canale ha definito il proprio ruolo “minoranza nella minoranza”. Il seguito della seduta prova che Canale ha utilizzato un’espressione felice. Dopo essersi visto bocciato dalla maggioranza i tre emendamenti proposti, Canale ha bacchettato pesantemente i colleghi della minoranza. Complice anche la solita verve del consigliere Antonino Nicolò, che dai banchi opposti ha spiegato a un inviperito Canale che il centrodestra non aveva votato i suoi primi due emendamenti (Canale si era assentato per un’urgenza poco prima che fossero votati) perché lo stesso centrosinistra non li aveva votati. Solo sul terzo emendamento, Canale ha ottenuto il voto di Demetrio Delfino (Prc) e Nuccio Barillà (indipendente). Nel suo intervento, esprimendo voto contrario, Canale ha “inchiodato” i colleghi di minoranza su una questione politica che, dal centrosinistra, viene respinta. La tesi di Canale è che l’emendamento votato oggi è lo stesso presentato la scorsa seduta dal consigliere Pasquale Morisani, emendamento del quale il centrosinistra aveva sostenuto l’inammissibilità poco prima della gazzarra finale. L’emendamento proposto dal Sindaco e votato dal Consiglio, infatti, incide sulla parte della delibera, e non sullo Statuto di costituzione della Fondazione, che è già stato approvato dal Consiglio provinciale. Una modifica dello statuto, avrebbe comportato la materiale impossibilità di far parte della Fondazione per il Comune, a meno che anche gli altri soggetti partecipanti, quindi anche la Provincia, non avessero ratificato la nuova formulazione, un po’ come succede per i testi legislativi licenziati e rimpallati da Camera e Senato fino all’approvazione di un testo uniforme.
Ma veniamo all’emendamento: Resta statuito dalla presente delibera che la partecipazione del Comune alla Fondazione de quo, viene saldamente subordinata alla attuale “mission della Onlus La Via delle Stelle” esclusivamente dedicata alle sole cure palliative dei malati oncologici terminali.
Il Consiglio, inoltre, impegna il Sindaco a proporre, in seno alla suddetta Fondazione, tutte quelle modifiche dello Statuto che si rendessero necessarie a garanzia e tutela dell’Ente che rappresenta nel rispetto del deliberato consiliare nonché del pubblico interesse.
Una formula di stile che, secondo il Consiglio (tranne Canale che lo ribadiamo ha espresso voto contrario), supera il paventato rischio che la Fondazione si trasformi in uno strumento per mettere le mani direttamente o indirettamente nel mondo della sanità. Adesso, sopite le polemiche, per l’Hospice si apre finalmente una fase in cui potrà assistere i malati senza dover preoccuparsi continuamente per la sopravvivenza della stessa struttura.