Pizzo. Deposita due bottiglie di benzina davanti a gioielleria, individuato e arrestato dai Carabinieri

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Pizzo (Vibo Valentia). Quando i Carabinieri della Stazione di Pizzo, la notte tra il 9 ed il 10 ottobre, hanno visto davanti alla saracinesca di una nota gioielleria della cittadina tirrenica due bottiglie piene di benzina, hanno immediatamente creduto che si trattasse di un tentativo di intimidazione del racket delle estorsioni portato a termine da qualche emissario che, in piena notte ed approfittando del buio, avesse deciso di lasciare un avvertimento preliminare al fine di spingere il titolare dell’attività a pagare l’illegale tassa. I militari della Compagnia Carabinieri di Vibo Valentia hanno però voluto vederci chiaro e, come sempre, non si sono dati per vinti buttandosi anima e corpo nelle ricerche degli autori. I militari della Benemerita così, per ben 48 ore, non hanno conosciuto soste cercando telecamere, testimoni e vagliando tutte le ipotesi possibili sul movente del gesto e, soprattutto, sui suoi autori. Un’attività di indagine minuziosa e professionale che ha consentito ai Carabinieri della Stazione napitina di risalire al responsabile della grave intimidazione e di individuarlo senza ombra di dubbio. I Carabinieri, infatti, grazie alle immagini riprese da una telecamera sita nei pressi della gioielleria e confrontando centinaia di volti presi dagli schedari delle forze dell’ordine, dalle foto delle patenti ed addirittura dalle scuole della zona alla fine hanno identificato l’autore del gesto dandogli un nome ed un movente. Il giovane, appena 19enne di Pizzo, è stato inchiodato proprio dalle immagini di una telecamera al cui occhio elettronico non è sfuggito il suo avvicinarsi alla gioielleria ed il depositare, proprio davanti alla saracinesca, le due bottiglie piene di liquido infiammabile. I Carabinieri sono riusciti anche a ricondurre il movente dell’assurdo gesto ad una vendetta messa in atto a seguito di alcuni dissidi avvenuti nel corso dell’estate proprio con il titolare della gioielleria, che aveva accusato lo studente di atti di bullismo nel corso di un campo scuola, cosa che ne aveva determinato l’allontanamento. Evidentemente il ricordo della vicenda deve aver covato nell’animo del ragazzo che, alla prima occasione, ha deciso di vendicarsi volendo lanciare un chiaro monito al commerciante. Una vera e propria sfida compiuta forse nella convinzione di poter rimanere impunito e di potersi atteggiare a vero e proprio criminale ma che porterà il ragazzo a dover rispondere delle proprie sconsiderate azioni davanti all’autorità giudiziaria a cui è stato deferito con l’accusa di minaccia aggravata. L’attività odierna non solo ha consentito di identificare l’autore di un vile e grave gesto intimidatorio, tanto più emblematico se si pensa alla giovane età dell’esecutore, ma altresì di evidenziare come, alle volte, le azioni criminali compiute sono solamente il frutto di un atavico concetto di giustizia privata che alcuni sono convinti di poter esercitare impunemente credendosi al di sopra della legge e delle istituzioni. Intanto le indagini proseguono senza sosta per verificare che si siano stati altri partecipi nel reato.

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