Il rabbino capo Di Segni accolto dal sindaco Scopelliti

Scopelliti, Di Segni, Mondello
Scopelliti, Di Segni, Mondello

«Un distacco traumatico tra le nostre comunità con le quali oggi vogliamo riprendere le relazioni». Così il rabbino capo della comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni, che si è recato questa mattina in visita a Palazzo San Giorgio, dove è stato ricevuto dal sindaco Giuseppe Scopelliti, l’arcivescovo Vittorio Mondello, e dalle massime autorità civili e militari della città (il viceprefetto vicario Enzo Covato, il presidente della Camera di Commercio Lucio Dattola, il primo dirigente della Polstato Federico Strano, il comandante provinciale dei Carabinieri colonnello Pasquale Angelosanto, il comandante della scuola Allievi Carabinieri Fabio Coppolino, il comandante provinciale della Guardia di Finanza colonnello Alberto Reda, il comandante provinciale del Corpo forestale dello Stato Angelo Ciancia, il capo della Sezione Dia colonnello Francesco Falbo, il comandante Giuseppe Sciarrone della Capitaneria di Porto).
Il sindaco Scopelliti, nel ringraziare il rabbino per la sua visita, ha sottolineato il valore del dialogo. «Siamo lieti di ricambiare l’accoglienza ricevuta a Roma e favorire nuove relazioni in sintonia con l’amministrazione comunale di Cittanova. Il rabbino, infatti, è giunto a Reggio dopo una visita ufficialie nel comune della Piana.
Scopelliti ha ricordato inoltre la suggestiva cerimonia cui nel dicembre scorso ha preso parte una rappresentanza della comunità ebraica che ha preceduto l’inaugurazione del Tapis Roulant di via Giudecca, antico insediamento degli ebrei, prima della loro cacciata. In quella via – ha affermato Scopelliti – viveva una comunità ebraica che ha dato un grande contributo alla crescita della nostra città». Una presenza, quella ebraica, che è stata ricordata anche dall’arcivescovo Mondello, il quale ha rammentato la presenza di una sinagoga, il cui rudere è venuto alla luce a Palizzi, risalente ai primi secoli dell’era cristiana. Una convivenza oggi sempre più possibile, insomma, oltre che auspicabile, tra i fedeli delle due grandi religioni monoteistiche.
«Vengo – ha esordito il rabbino Di Segni – portando una tradizione di grande rispetto per la nostra storia. A parte Roma, eccezione stabile, gli ebrei sono conosciuti per l’estrema mobilità. Gli ebrei si portano dai luoghi dove sono costretti a rimanere poco, la nostalgia e l’affetto per le loro origini. Uno dei primi libri stampati della storia è stato fatto qui a Reggio. Venire da queste parti significa avere qualcosa di speciale. In un periodo storico caratterizzato dallo scontro e dall’invasione di civiltà contrapposte, intendiamo riallacciare quelle relazioni che ci consentano di essere un esempio di come due civiltà non debbano contrapporsi».
La visita del Papa Ratzinger, il 17 gennaio prossimo, alla comunità ebraica, sarà un ulteriore suggello di questo percorso di riavvicinazione tra le due comunità. «La visita del Papa – ha concluso il rabbino – significa la volontà di preseguire insieme il dialogo tra mondo cattolico ed ebraico, ma un dialogo che non deve escludere nessuno»

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