“Lo Stato c’è”: Maroni al convegno del Siulp annuncia il Cdm a Reggio il 28 gennaio

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Reggio Calabria. È un ministro dell’Interno che parla in termini di legalità, sicurezza, presenza dello Stato, quello che chiude i lavori del convegno organizzato da Cisl e Siulp a Palazzo Campanella. Una visita, la sua, che segue solo di pochi giorni quella del vertice con il ministro della Giustizia Angelino Alfano in Prefettura. Ma quella di Roberto Maroni non è solo visita istituzionale. Di buon’ora, assieme al sindaco Giuseppe Scopelliti, era nel quartiere di Saracinello per l’inaugurazione di una scuola, costruita in uno stabile confiscato alla ‘ndrangheta. “Lo Stato c’è” e vuole essere presente sul territorio. “Per i criminali non c’è peggior cosa che vedere colpiti i propri beni”, dirà qualche ora più tardi dalla platea del convegno organizzato dal Siulp. Il ministro porta carte alla mano, i numeri dell’azione di contrasto alla criminalità organizzata. Dodicimila beni sottratti alla criminalità organizzata, da qui la necessità di un’agenzia che si occupi della gestione dei beni sequestrati. Reggio la città prescelta. Reggio, terra di ‘ndrangheta “non si sente sola in questa battaglia contro l’antistato”, dice il suo primo cittadino Giuseppe Scopelliti. Una “nuova coscienza civile”, una “rivoluzione per la legalità” le parole del sindaco che in mattinata al taglio del nastro della nuova scuola reggina, aveva parlato di “migliore risposta agli ultimi atti della criminalità organizzata”. Chiaro il riferimento all’attentato alla Procura Generale. La società civile è accanto allo Stato. “La magistratura, le forze dell’ordine, le istituzioni locali, le organizzazioni sociali, da tempo sono impegnate a limitare la potenza criminale e di fuoco delle ‘ndrine, a fronteggiare la cosiddetta borghesia mafiosa che opera in una zona grigia, a volte, difficile da identificare, da scoprire”. Ma ci sono “piccoli importanti segnali” dice Scopelliti che nel suo intervento torna sulla questione delle ronde. Alla ribalta dopo l’attentato e i fatti di Rosarno. “Quando proposi l’istituzione delle cosiddette ronde, qualcuno pensò che il Sindaco di Reggio volesse dar vita ad un sistema di vigilanza armata sul territorio. Un concetto che ribadisco: le ronde per me sono formate dell’intero corpo sociale in grado di avere occhi ed orecchie contro l’illegalità diffusa e contro la piccola e la grande criminalità. Ronde – ha continuato – intese in senso di denuncia, di collaborazione con le forze dell’ordine e con la magistratura; ronde intese come una nuova presa di coscienza, come un consistente fronte contro il malaffare e le degenerazioni di cui l’attuale società soffre. Ho usato la metafora della ronda per dire che tutti i reggini dovranno sentirsi poliziotti, magistrati, commercianti ed imprenditori che dicono no al “pizzo”, che rifiutano l’idea della giustizia fai da te”. E in materia di presenza sul territorio il ministro Maroni da Reggio rilancia sulla prossima organizzazione delle forze dell’ordine. “Non mi interessa avere vicino casa una caserma se poi quando chiamo alle dieci di sera perché qualcuno si è introdotto in casa mia mi risponde la segretaria telefonica. Preferisco avere la caserma pure a 15 km di distanza ma sapere che qualcuno interviene anche alle due di notte”. Nel suo intervento il ministro dell’Interno trova spazio anche per fare il punto sui fatti di Rosarno. Episodi, dice, che “non sarebbero accaduti se la legge Bossi-Fini fosse stata applicata ed in particolare se fosse stato rispettato l’obbligo per gli immigrati di un regolare rapporto di lavoro e della disponibilità di un alloggio. La lezione che dobbiamo imparare da Rosarno – ha detto Maroni – è che non ci può essere tolleranza nei confronti di situazioni di degrado che si creano e persistono troppo a lungo per la presenza di immigrati”. A conclusione, la conferma di quanto già annunciato. Il prossimo 28 gennaio a Reggio la prevista riunione del Consiglio dei Ministri nel corso della quale sarà approvato il Piano straordinario contro tutte le mafie. Un Piano che porta la firma dello stesso Maroni e del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ieri a Reggio per presiedere il vertice degli uffici giudiziari reggini e catanzaresi. Lo Stretto sempre più protagonista istituzionale in termini di giustizia e contrasto alla criminalità. Iniziative “importanti” chiosa il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone. “È positivo che si sia presa coscienza che ‘ndrangheta è un problema nazionale e come tale va affrontato”. Ma per “battere la ‘ndrangheta” ci vuole “uno sforzo da parte di tutte le componenti della società civile”.

Il vice capo della Polizia colta da malore.

A margine del convegno si sono vissuti attimi di apprensione quando il vice capo della Polizia di Stato, il prefetto Paola Basilone, è stata colta da un lieve malore. Immediatamente l’alto funzionario è stato soccorso dal medico principale della Polizia, Antonino Tigano, in collaborazione con il personale del Suem 118, diretto dal primario Gabriele Napolitano, i quali hanno prestato prontamente le cure necessarie all’alto funzionario. Un lieve malore che fortunatamente si è risolto con la massima rapidità e senza alcuna conseguenza per il vice capo della Polizia.

Gianluca Del Gaiso

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