Vibo. Attività antisfruttamento dei Carabinieri e degli ispettori del lavoro

Vibo Valentia. Attività antisfruttamento degli uomini della Compagnia di Vibo Valentia, diretta dal capitano Stefano Di Paolo, e degli Ispettori della Direzione Provinciale del Lavoro. Ieri infatti i Carabinieri delle Stazione di Francica e S. Costantino, con il supporto dei loro colleghi dell’Ispettorato del Lavoro, hanno passato al pettine una nota fabbrica di divani sita nella frazione Baracconi di Jonadi, a pochi metri dall’abitato di Mileto. I Carabinieri, già da tempo, avevano notato degli strani movimenti nei pressi dell’azienda, con un continuo via vai di operai e di furgoni carichi che uscivano a qualsiasi ora del giorno. Hanno quindi di deciso di svolgere un’ispezione per assicurarsi della regolarità delle attività e del rispetto delle normative sul contrasto al lavoro nero. Appena sono entrati nello stabilimento, però, i militari hanno subito capito che più di qualcosa non andava.
Infatti non c’è voluto molto per accorgersi come i 6 operai alle dipendenze di un miletese 40enne, fossero diventati un po’ troppo pallidi e nervosi alla vista dei Carabinieri. Un rapido controllo della documentazione della società ha infatti permesso di scoprire come, ufficialmente, tutta la filiera di produzione dei divani, che ogni giorno sfornava oltre 50 pezzi pronti per essere venduti al dettaglio o ai numerosi mobilifici della zona, era priva di dipendenti. Tutto avrebbe dovuto essere svolto dal proprietario.
Insomma nessuno dei 6 lavoratori era mai stato regolarizzato e tutta la fabbrica era praticamente in nero, non essendo nemmeno censita presso gli enti previdenziali e la camera di commercio del capoluogo.
Data l’incredibile situazione i militari dell’Arma hanno immediatamente disposto la chiusura dell’attività in attesa dell’obbligatoria regolarizzazione dei lavoratori, che operavano privi di qualsiasi copertura sanitaria, assicurativa e previdenziale. Inoltre il titolare dell’attività si è visto elevare ben 158 mila euro di sanzioni amministrative come pena per l’incredibile situazione occupazionale riscontrata nel corso dell’ispezione.
Ancora una volta l’attenzione dell’Arma al tema dello sfruttamento dei lavoratori ha consentito di svelare l’esistenza di una situazione incredibile, dove un’intera attività economica era gestita con lavoratori in nero, privi di qualsiasi tutela e garanzia di legge.

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