Tropea. Ripetitori sul Crocifisso: scoppia la polemica

Tropea (Vibo Valentia). Si è scatenato un vespaio di polemiche dopo che è esploso il caso relativo al Crocifisso di Drapia che viene utilizzato come pilone per i ripetitori telefonici. A scuotere le coscienze ha provveduto Viviana Normando, una giornalista che si occupa di arte e direttrice del gruppo editoriale di Rete ComunicareItalia, che ha diffuso il suo pensiero con un comunicato dai toni vibranti. Nella nota, inequivocabile nel suo contenuto, si legge:” Siamo senza parole, come si può? Di certo ora si dirà ‘non lo sapevamo, non siamo mai stati d’accordo, abbiamo scritto e chiesto di toglierli’. Di fatto, questa ferocia che porta le persone a non avere rispetto del simbolo della Croce, è senza giustificazione e delinea con solco molto profondo, l’ignoranza e la follia del gesto, consegnando alla storia della rete questa immagine fotografica che parla da sola. Va anche detto che questa imponente Croce domina sulla città di Tropea simbolo dell’economia turistica dell’intera Costa degli Dei. Parliamo di una località baciata dalla natura che si presenta al mondo anche per la sua profonda tradizione cristiana che manifesta con veri simboli come Santa Maria dell’Isola, Santa Maria della Romania e numerose altri siti cristiani che scolpiscono la memoria cattolica sull’intero territorio. Invitiamo l’Autorità competente a volere disporre approfonditi accertamenti per verificare, come l’evidenza mostra, se è il caso o no di procedere per vilipendio al Crocifisso, massimo simbolo religioso della fede cristiana”. Immediata è stata la reazione di monsignor Luigi Renzo, vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, nel cui territorio ricade il Crocifisso di Drapia. L’alto prelato, infatti, ha voluto spiegare all’Ansa i contorni della vicenda, partendo dall’assunto che si tratta di “un obbrobrio. Quando l’ho visto per la prima volta sono rimasto di stucco”. Il vescovo ha poi spiegato che “è mia ferma intenzione non rinnovare il contratto quando arriverà a scadenza. Quei ripetitori sono lì da anni grazie ad un contratto con una società telefonica firmato da qualcuno dei miei predecessori. Francamente non so da quanto tempo siano stati installati. Tra l’altro non ho neanche il testo del contratto. Ma quando, tre anni fa, mi sono insediato, ce li ho trovati. Credo addirittura che ci sia stata anche una proroga del contratto per tacito assenso”. Monsignor Renzo ha assicurato che “sicuramente quei ripetitori vanno rimossi ma fino a quando non scadrà il contratto, tra alcuni anni, non possiamo fare niente, altrimenti saremmo costretti a pagare una penale. Ho incaricato l’ufficio di seguire la pratica e quando sarà il momento faremo la disdetta. I ripetitori sono stati posti sul basamento del Crocifisso, altrimenti sarebbe stato un obbrobrio anche maggiore. Tra l’altro è un controsenso anche dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Obtorto collo sono dovuto rimanere tranquillo quando li ho visti”.

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