Vibo. De Nisi sulla soppressione delle Province:”Provvedimento ingiusto”

Vibo Valentia. «Nonostante gli inviti a riflettere seriamente sulla decisione di abolire le Province più piccole, il Governo e la sua maggioranza vanno avanti, incuranti delle conseguenze che questo provvedimento comporterà per territori già martoriati dalla criminalità organizzata e dal sottosviluppo economico».
Il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi, stigmatizza duramente l’esito del voto in Commissione affari costituzionali della Camera, dove oggi è stato approvato un emendamento al ddl sulla Carta delle Autonomie, che prevede l’abolizione delle Province con meno di 200mila abitanti, limite minimo di residenti che scende a quota 150mila per quelle che hanno un territorio per oltre il 50 per cento montano.
«A conti fatti, a rischiare la cancellazione in Italia sono in tutto 3 o 4 Province, Vibo Valentia compresa, su un totale di 109 – ha aggiunto De Nisi -. Mi sembra un risultato imbarazzante per il centrodestra, che continua a spacciare questo provvedimento come l’inizio di una virtuosa ed epica soppressione degli enti considerati inutili. Ma i cittadini non sono stupidi e l’ingiustizia di questa scelta è sotto gli occhi di tutti. Non si può condannare un territorio e centinaia di migliaia di persone che lo abitano alla marginalità sociale e istituzionale, come invece si vorrebbe fare con il taglio chirurgico di una manciata di Province, giusto per dare in pasto all’opinione pubblica una vittoria di Pirro conseguita però sulla pelle della gente».
Per De Nisi, a sollevare le maggiori perplessità è «la mancanza di sensibilità del Governo verso le conseguenze che verrebbero innescate dall’eliminazione dei confini provinciali in territori già alle prese con problemi endemici e gravissimi».
«Come si fa ad abolire presidi fondamentali come la Prefettura, la Questura e i Comandi provinciali delle altre forze dell’ordine, in un territorio che ogni giorno deve fare i conti con una ‘ndrangheta sempre più violenta e asfissiante? – chiede retoricamente il presidente -. Se davvero avesse voluto perseguire il proprio programma politico, il centrodestra avrebbe dovuto eliminare tutte le Province o, quantomeno, prevedere criteri ben più equi e oggettivi per definire quali vadano abolite, tenendo conto, ad esempio, dei parametri infrastrutturali ed economici. Invece, si è preferito allestire l’ennesimo spot pubblicitario privo di reali effetti per i conti dello Stato, visto che i dipendenti pubblici non si possono certo licenziare, ma al massimo trasferire».

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