Libri. Le migliori barzellette dell’umorismo ebraico

Chi ha scritto le barzellette? È una domanda che in tanti si pongono. Se lo chiede anche Daniel Vogelmann nella prefazione al libro “Le mie migliori Barzellette ebraiche” (pag. 70, € 6) edito da Giuntina, la casa editrice fiorentina che pubblica solo libri di storia e cultura ebraica. Daniel Vogelmann la dirige con l’aiuto del figlio Shulim. La Giuntina www.giuntina.it è ormai un sicuro punto di riferimento per i tanti che vogliono conoscere di più e meglio l’arcipelago ebraico. Tra le varie collane, la più recente è “Israeliana” dedicata alle nuove voci della narrativa d’Israele. Grazie alla quale è possibile leggere scrittori noti in Israele ma sconosciuti in Italia: Sami Michael, Lizzie Doron, Yehoshua Kenaz, Benny Barbash.
Adesso, cedendo alle pressioni del figlio Shulim, Daniel Vogelmann ha deciso di pubblicare alcune delle tantissime barzellette da lui raccontate. L’ironia e l’autoironia sono una componente essenziale dell’ebraismo. Cominciare dalle barzellette è un’ottima strada per avvicinarsi alla cultura ebraica. Una realtà antica, affascinante e unica cui dobbiamo tanto e di cui, purtroppo, tanti sanno così poco. I temi delle barzellette sono vari. Quello più diffuso è la yiddishe mame: la leggendaria mamma ebrea così “presente” nella vita dei figli e così simile alla mamma italiana.

Un ragazzo ebreo porta a cena dalla mamma quattro amiche e in cucina le dice:
“Prova a indovinare chi è quella che vorrei sposare”.
Finita la cena, le chiede:
“Allora hai scoperto chi è la prescelta?”
“La brunetta con i capelli corti”.
“Come hai fatto a indovinare?!”
“È l’unica che non mi è piaciuta”.

Perciò Daniel Vogelmann invita a diffidare dalla mamma ebrea italiana. Le barzellette, però, non servono solo a ridere, talvolta, aiutano a riflettere sulla natura umana: ma sempre con il sorriso sulle labbra.

Tonino Nocera

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