Faida dei boschi. Pino Masciari: “Gli imprenditori calabresi escano allo scoperto”

Serra San Bruno (Vibo Valentia). Pino Masciari non può rimanere indifferente alla carneficina che si sta consumando a causa della ‘faida dei boschi’ e che sembra nascondere qualcosa di più rilevante rispetto al controllo del settore del legname che, già in passato, aveva insanguinato la zona che dalle Serre vibonesi degrada verso la fascia jonica reggina. E’ la sua storia personale che glielo impedisce. Masciari era un imprenditore di professione, i cui interessi economici erano concentrati nella natia Serra San Bruno, che fu costretto ad abbandonare dopo la decisione di denunciare i taglieggiatori che intendevano lucrare sulle sue attività d’impresa, estorcendogli il denaro guadagnato col lavoro. Masciari divenne, allora, testimone di giustizia e non chinò la testa di fronte all’arroganza delle cosche,  molti membri delle quali furono messi alla sbarra e condannati proprio grazie alle puntuali denunce dell’imprenditore serrese. Oggi, che si trova in una località segreta insieme alla moglie e ai figli, si dice “amareggiato ed indignato per quanto sta avvenendo in Calabria, specie nel vibonese, precisamente a Serra San Bruno, il paese della ‘faida dei boschi’ che dovetti lasciare 15 anni fa in seguito alla mia denuncia contro la cosca dei ‘viperari’, che volevano impormi la legge del pizzo, mentre io ho scelto quella dello Stato”. E’ un fiume in piena Masciari, e, forte del coraggio che lo ha contraddistinto in tutta la vicenda di cui è stato, suo malgrado, protagonista, lancia i suoi strali anche contro la classe politica ed economica della Calabria.  Afferma, infatti, che “Sono deluso ed amareggiato per il silenzio dei miei colleghi imprenditori e dei politici, in quanto quelle cosche, che con le mie denunce e la mia costituzione di parte civile sono finite in carcere, nonostante la scia di sangue che hanno lasciato sul terreno a partire dai miei compaesani Vallelunga, si sono moltiplicate, hanno fatto un salto di qualità e di quantità sotto l’assoluto silenzio appunto dei miei colleghi imprenditori e l’incapacità della classe politica calabrese”. Masciari, consapevole della drammatica situazione in cui versa il territorio interessato dalla ‘faida dei boschi’, invita, quindi, i suoi colleghi imprenditori ad alzare la testa perché  “escano allo scoperto per il loro futuro e quello dei nostri figli, visto e considerato che in Calabria, anziché crescere la ricchezza sono cresciute le cosche, passando da 18 a 26”.

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