“Teatro per non recitare”. Al Cilea va in scena il Workshow “laboratori creativi in rete”

Reggio Calabria. Teatro per non recitare. Dalla prestigiosa location del Teatro “Francesco Cilea” di Reggio Calabria, dal 4 al 13 luglio 2010, dieci giovani attori sotto la guida del Prof. Rodolfo Chirico parteciperanno all’iniziativa “Workshow: laboratori creativi in rete” nell’ambito del progetto “Italia creativa”. Il progetto, presentato a Palazzo San Giorgio questa mattina dall’assessore all’urbanistica Demetrio Porcino, sostiene ed incoraggia la giovane creatività italiana, attraverso iniziative di formazione, documentazione, promozione e ricerca.
Tale progetto a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù in collaborazione con l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e il Gai, (associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani), offre concrete opportunità ai giovani che operano nei diversi settori delle arti e dello spettacolo. L’assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Reggio Calabria, in collaborazione con l’Anci, Gai ed i Comuni di Messina, Campobasso, Ancona, Perugia, Lucca, Viterbo e Cagliari, ha organizzato due laboratori artistici per l’assegnazione di borse di studio, tenuti da artisti di livello nazionale.
Il primo Workshop di pittura e arti figurative “Oltre il Bianco” si è svolto dal 13 al 20 dicembre 2009 presso la location Villa Zerbi, ed hanno partecipato 10 giovani artisti pittori provenienti da più parti d’Italia. Commenta così l’assessore Porcino: «Questi giovani artisti hanno esposto i loro quadri, e si sono fermati circa 10 giorni nella nostra città. Adesso altri 10 giovani attori parteciperanno al laboratorio teatrale denominato “Teatro per non recitare” con location il teatro Cilea, e si cimenteranno nella recitazione per creare momenti di aggregazione. È un’importante iniziativa che ha obiettivi professionali e che proietta Reggio Calabria in scenari nazionali».
È intervenuto alla conferenza stampa anche l’assessore al turismo, Vincenzo Sidari, il quale ha spiegato l’importanza di creare luoghi di produzione: «L’iniziativa è davvero valida, perché permette una crescita della città dal basso, perché Reggio deve essere la città che intende crescere attraverso i giovani. Stiamo seguendo il percorso guida attuato da Giuseppe Scopelliti e da Giuseppe Raffa, per la crescita culturale della nostra città. A Reggio serve un piccolo tassello continuo e quotidiano, ed il passaggio attraverso la cultura e l’arte diviene indispensabile».
Il Workshop vedrà protagonisti dieci giovani attori che operano e vivono in Italia sotto la direzione del Prof. Rodolfo Chirico, il quale spera che il breve tempo, solo 8 giorni, basti per provare e riprovare, e “per farsi capire articolando la parola”… “Non si può essere attore locale o internazionale, uno è o non è attore”.
Conclude il segretario generale del Gai, Luigi Ratclif, che spiega la composizione dell’associazione per il Circuito dei giovani artisti italiani ed i progetti in cui è coinvolta. L’organismo, presente già dal 1989, raccoglie ad oggi 41 amministrazioni locali e sono 23 i progetti di utilità nazionale: “ Vogliamo sostenere la produzione, l’editoria e tutti i settori che riguardano le attività culturali, in un paese non facile per arte e cultura. Un artista ha un appartenenza che non è locale, ma che si confronta con il linguaggio dell’arte con il mondo. Noi non possiamo vivere solo degli artisti del passato”.
Trentasei città coinvolte, novecentocinquanta artisti nel complesso selezionati tra tante proposte. Centoottanta curatori, e novanta persone appassionate al progetto. Quattro milioni di euro per il progetto complessivo, cofinanziato dai comuni. Il comune di Reggio offre 26.000 euro. Per il progetto che si terrà al Cilea, due/tre giovani reggini su dieci. La speranza è quella che anche i nostri giovani artisti possano concorrere in altre città italiane per poi incontrarsi a conclusione di tutti i laboratori previsti dai Comuni aderenti al progetto, nei due grandi eventi finali che si terranno a Lucca e a Bari. Se a solo di uno di questi giovani verrà non solo cambiato, ma migliorato qualitativamente il profilo artistico culturale, e si sarà incoraggiata la mobilità giovanile come opportunità di crescita e di scambio, allora si potrà dire che il progetto è andato a buon fine.

Anna Biasi

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