L’altra faccia della Sanità calabrese

In un momento particolare della storia di questa regione, soprattutto nel settore sanitario, abbiamo deciso di rendere pubblica una vicenda familiare, affinché la nostra testimonianza possa fornire uno spunto di riflessione a coloro i quali sono chiamati ad un ruolo di responsabilità, politica ed amministrativa, e dalle cui determinazioni dipenderà certamente il futuro della sanità calabrese. Una testimonianza che speriamo possa portare alla riduzione dei cosiddetti viaggi della speranza ed a valorizzare le professionalità esistenti sul nostro territorio.
Alcune settimane fa la gioia per la nascita di una nuova vita, avvenuta presso gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, è stata subito offuscata dalla scoperta di un’anomalia che metteva in serio pericolo la vita del nostro bambino. All’apprensione per la notizia, si aggiungeva una preoccupazione ancor più importante: far dipendere la vita di nostro figlio, a causa dell’impossibilità a trasferirlo in uno dei centri d’eccellenza esistenti fuori regione, da una sanità calabrese innegabilmente poco rassicurante. Paradossalmente e nostro malgrado, da quel momento in poi abbiamo invece visto l’altra faccia della vituperata sanità regionale, quella che ognuno di noi vorrebbe vedere ed apprezzare ogni giorno, quella che tutti vorremmo rappresentasse la regola e non l’eccezione!

Nel giro di poche ore veniva organizzato, in maniera pregevole, dal Reparto di Neonatologia degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, il trasferimento in elisoccorso all’Ospedale Civile dell’Annunziata di Cosenza e contemporaneamente allertati i medici del Reparto di Chirurgia Pediatrica e di Terapia Intensiva Neonatale di quel centro. Nonostante le nostre perplessità e le nostre legittime paure, il primo incontro con i medici del Reparto di Chirurgia Pediatrica e, in particolare, con il primario dott.ssa Raffaella Aceti, che ci illustravano con grande competenza l’intervento che doveva essere eseguito, attenuava, pur nella gravità del caso, i nostri dubbi circa la scelta ospedaliera. Il mattino successivo, anche se coincidente con una giornata festiva, abbiamo visto all’opera una equipe di altissimo livello, umano oltre che professionale, dal primario chirurgo a quello anestesista, che, insieme ai rispettivi collaboratori, hanno fatto, a nostro modo di vedere, un “miracolo”, intervenendo inoltre tempestivamente, a distanza di poche ore, anche per un’importante complicazione sorta nell’immediato post-operatorio. Per tutto il periodo di ricovero presso il Reparto di Neonatologia e, successivamente, per tutti i controlli presso il Reparto di Chirurgia Pediatrica, abbiamo avuto modo di apprezzare la preparazione e la grande disponibilità di tutto il personale medico ed infermieristico, un modo di essere frutto evidentemente di una filosofia e di un indirizzo gestionale preciso, che pensiamo vada al di là delle qualità umane di ognuno.

Quello che ci ha colpito in maniera veramente significativa è stato il grande rispetto dimostrato verso i genitori dei piccoli pazienti, al centro di ogni attenzione ed ai quali veniva permessa una grande libertà di movimento, nel rispetto del lavoro degli operatori sanitari, per permettere di stare accanto ai propri figli il maggiore tempo possibile.

Desideriamo porgere un profondo ringraziamento alla dott.ssa Raffaella Aceti, primario del Reparto di Chirurgia Pediatrica, ed al dott. Gianfranco Scarpelli, primario del Reparto di Neonatologia, non solo per la grande professionalità e competenza esibita, ma anche per l’enorme sensibilità ed umanità dimostrata e per la grande passione che dedicano giornalmente ai piccoli pazienti. Non crediamo, purtroppo, e non ci illudiamo certamente che la Sanità calabrese sia questa, ma possiamo affermare allo stesso tempo, con la consapevolezza di un’esperienza vissuta, che la Sanità calabrese è anche questa. Siamo convinti, se possiamo permetterci di esprimere il nostro modesto punto di vista, che da queste basi professionali, e perché no anche umane, sia necessario ripartire; dalla buona Sanità, dai tanti centri di eccellenza e dai tanti professionisti competenti, fornendo loro i supporti necessari ed adeguati affinché la sofferenza di una malattia possa essere vissuta con dignità e con la speranza concreta che possa essere superata, con le stesse probabilità e con le stesse opportunità che si potrebbero avere in qualsiasi altra parte del nostro paese o della nostra Europa. E’ anche grazie all’esistenza di queste persone e di questi professionisti, che considerano ed umanizzano l’ammalato ed i propri familiari, non considerandoli, come spesso ancora accade, un numero insignificante, che le aspettative per il rilancio della nostra Sanità e della nostra terra assumono aspetti sempre più reali. In questa regione dove quotidianamente ci si scontra con ingiustizie di ogni tipo e, spesso, con un’ottusa burocrazia e con gravissimi problemi sociali di ogni genere, abbiamo avuto la fortuna di vivere e poter testimoniare un caso di buona Sanità, un esempio di eccellenti professionalità ed un modello sanitario cui affidare le speranze di chi si troverà a dover affrontare vicende simili alla nostra.

Lettera firmata

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