Dimissioni Raffa. Chizzoniti: «Se va via il sindaco facente funzioni commissariata la giunta ma non si scioglie il Consiglio»

L’elezione plebiscitaria di Peppe Scopelliti alla Presidenza della Giunta della Regione Calabria mi ha offerto lo spunto per raccogliere in un volumetto (in corso di avanzata elaborazione) le esperienze vissute sia con Italo Falcomatà dal novembre del ’93 che con il neo Governatore della Calabria, pensando anche ad un titolo alquanto significativo che non ho difficoltà ad anticipare: “Da Italo a Peppe: e poi?”. Ma francamente non avrei pensato che l’interrogativo riferito all’avverbio con valore temporale (e poi?) divenisse fulmineamente attuale e devastante come in effetti e già avvenuto. Ciò premesso va dato atto alla “banda Scopelliti” di aver avuto il merito di trasformare i fischi iniziali (maggio 2002) in applausi scroscianti e convinti che partendo da Reggio hanno conquistato la Calabria intera comprese le Province inespugnabili di Catanzaro, Crotone e Cosenza travolte dal vento impetuoso della regginità.
E proprio quando il neo Governatore si appresta ad avviare il programma votato dagli elettori calabresi rifuggendo dall’assumere il ruolo del notaio dello status quo preferendo quello conferitogli dal corpo elettorale di profeta dell’aurora, così come è avvenuto nel corso degli otto anni di sindacatura a Palazzo San Giorgio ecco stagliarsi all’orizzonte minacciosi cumuli nembi presagio di pericolosissime tempeste. La cui fonte genetica non si identifica in una sinistra che non esiste bensì nella casa madre della coalizione di governo alcuni esponenti della quale (parlamentari in carica e non; consiglieri regionali in carica e non; aspiranti delusi ad occupare incarichi di prestigio nel sottogoverno regionale; aspiranti sindaci e presidenti della provincia di Reggio) si ritrovano (in)consapevolmente uniti e coesi a creare intorno al primo cittadino della Calabria una cintura di odio cieco che richiama l’attualità del noto brocardo “caput impera non pedes” (si ragiona con la testa, non con i piedi).
Delirio verbale? Forse, ma è innegabile la sospetta contaminante solidarietà nel contesto di un modus operandi che balcanizza il gruppo consiliare comunale numericamente più consistente in Italia. Ciò si verificò subito il dopo Tito in Jugoslavia ove si scatenò la caccia al vicino rivitalizzando differenze etniche e livori repressi che nella realtà reggina esplodono in tentativi di scalate ai vertici di questo o quell’altro ente autarchico territoriale sostenute da aspirazioni potenzialmente legittime la cui “gestione” non può essere perimetrata all’interno del PDL ma doverosamente estesa a tutti i partiti, movimenti e gruppi consiliari rappresentati a Palazzo San Giorgio. Ciò perché la continuità di un progetto politico non può emarginare chi ha contribuito, nei limiti di quel poco o di quel tanto alla realizzazione dello stesso per cui trovo quanto mai opportuno estendere l’interlocuzione anche ai dirigenti di tutte le liste che hanno sostenuto Peppe Scopelliti nelle recenti campagne elettorali anche se non rappresentante a Palazzo San Giorgio.
Ma non si parli di inagibilità democratica di difficile apprendimento e condivisione poiché della carenza di dette condizioni nessuno ha parlato durante il regno di Scopelliti protrattosi per ben otto anni salvo a scoprirle invece dopo che lo stesso ha conquistato Palazzo Alemanni operando lontano da Palazzo San Giorgio. Incomprensibile contorsione che non può essere giustificata dal malumore creato a seguito del “licenziamento” per doppio incarico di Franco Zoccali e Pasquale Morisani perché se ciò fosse vero dovrebbero ricevere la lettera del ben servito anche l’Avv. Antonio Barrile (consulente esterno e Capo di Gabinetto), il Dott. Giuseppe Nicita (Segretario e da qualche mese Direttore Generale) unitamente a tanti altri burocrati che versano nella fin qui ignorata condizione privilegiata del doppio incarico. Conseguentemente si ricava l’impressione che si sia voluto sparare nell’adiacenze di Peppe Scopelliti per evidenti e palesi finalità destabilizzanti ben coordinate con l’aspirazione sicuramente legittima di puntare alla candidatura a Sindaco che però, ribadisco non è non può essere un “affaire privè”.
Con questi scenari chi esercita rilevanti funzioni istituzionali non può e non deve stare alla finestra sottraendosi all’obbligo morale e politico di richiamare tutti ad un maggiore senso di responsabilità anche perché gli incontri trasversali delle ultime ore fra autorevoli e delusi esponenti del Centrodestra con meno autorevoli ma sicuramente più delusi esponenti del Centrosinistra non giovano né alla causa della traballante maggioranza tanto meno a quella di una opposizione che strumentalmente ritiene utile di fare così pensando di limitare i danni. In quest’ottica va difesa la dimensione del ruolo del Governatore Scopelliti cui è venuto meno il supporto partitico sul versante reggino in perenne conflitto fra coordinatori cittadini dilaniati da vicari e presbiteri e quelli provinciali che non grondano di benevolenza nei confronti di Peppe Scopelliti reo di avere stravinto per giunta con l’aggravante della giovane età che aliunde non consente programmi personali per l’avvenire.
Peppe Raffa se dispone di truppe le schieri e si confronti secondo le regole democratiche all’interno dei partiti della coalizione il cui travalicamento ha determinato lo status attuale confuso ed incerto alimentando auto candidature incomprensibili quantomeno nel metodo. Conclusivamente, mi piace richiamare il saggio Orazio che non era un personaggio gattopardesco ma l’apprezzatissimo poeta lucano che seppe individuare all’insegna dell’equilibrio e della prudenza quell’area di confronto ed anche di scontro “al di là della quale e prima della quale non può esistere il giusto”. Anche perché andrebbe approfondita a livello tecnico-giuridico se le dimissioni del Sindaco f.f. comportino lo scioglimento del Consiglio Comunale che secondo un qualificato orientamento della giurisprudenza amministrativa continuerebbe ad operare mentre ad essere commissariata sarebbe soltanto la Giunta. Il più classico degli autogol!

Avv. Aurelio Chizzoniti
Presidente del Consiglio Comunale

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