Motta. Ancora pericoloso quel tombino sulla SS 106

Motta San Giovanni (Reggio Calabria). Il tombino della Telecom posto sulla Ss 106 al Km. 18+I, che lo scorso 28 novembre, dopo l’avvenuto crollo è stato messo in sicurezza, presenta nuovamente segni di possibile cedimento dovuto allo sgretolamento del cemento posto intorno alla copertura metallica provocato dai veicoli che vi passano sopra. Rilevato che sulla struttura vi transitano giornalmente numerosi veicoli molti dei quali di grandi dimensioni (autocarri, bisarche, rimorchi ecc) è legittimo ritenere che detta opera possa a breve, medio termine nuovamente crollare.
Le cause che a distanza di pochi mesi hanno nuovamente determinato la pericolosità del tombino non vanno ricercate nell’intervento di messa in sicurezza eseguito dopo il crollo della struttura, bensì nell’ennesima scellerata scelta di collocare una serie di tombini in mezzo alla carreggiata di una strada ad alto volume di traffico, la cui pericolosità consiste, oltreché nelle intrinseche caratteristiche di tutta la S.S. N. 106 “Jonica” che l’ISTAT e l’ACI hanno classificata prima fra le strade più pericolose d’Italia per l’elevato numero d’incidenti mortali che si verificano ogni anno, anche in una propria componente, di pericolosità aggiunta, del sito in trattazione.
In considerazione che sul tracciato stradale, privo d’illuminazione pubblica, sono presenti altri tombini sconnessi o mal collocati che presentano una situazione di rischio per la circolazione stradale, soprattutto per i veicoli a due ruote, si chiede che venga disposto l’immediato spostamento fuori dalla sede stradale di tutti i pozzetti.
E’ notorio che il tratto stradale è transitato da autoveicoli, anche pesanti, a velocità sostenuta, perciò la presenza di cartelli di segnalazione di pericolo in prossimità delle strutture malridotte, consentirebbe ai veicoli di ridurre la velocità ed eviterebbe il transito sopra le stesse che al momento costituiscono un potenziale pericolo per motociclisti e ciclisti, soprattutto per questi ultimi, che a causa della precarietà delle opere potrebbero perdere l’equilibrio e cadendo rischierebbero di essere travolti dai veicoli che seguono, come si è verificato lo scorso mese di novembre ad un corridore (dilettante), che transitava sul pericolante tombino in questione.
In questo maledetto tratto di strada il pericolo è dietro l’angolo. Infatti un ulteriore trabocchetto per i passanti è stato artatamente realizzato nell’area stradale lato monte riservata ai pedoni che dal Bivio Stazione Ferrovia conduce al ponte Oliveto.
Infatti, alcuni anni addietro, durante le operazioni di pulizia eseguite nel precitato tratto con l’impiego di un muletto, sono state rotte alcune lastre di cemento, poste a copertura della cunetta che convoglia le acque del paese al Torrente Oliveto, spazio come sopra detto riservato ai pedoni. Si è provveduto quindi a sostituire, per circa sei metri, dette lastre con una debole ed inadeguata pedana di legno per spedizioni (roba da terzo mondo) determinando così una ulteriore situazione di pericolo occulto per l’utente del tratto che fa ragionevole affidamento sulla sua apparente regolarità. Inoltre l’insidia è caratterizzata dalla imprevedibilità e dalla non visibilità del pericolo costituito dalla debole, sconnessa e malferma pedana di legno posta a copertura della cunetta nel tratto privo di illuminazione pubblica.
Si deve segnalare inoltre che il basolato di cemento posto a copertura della succitata cunetta che funge da marciapiede presenta in diversi tratti i giunti di congiunzione di larghezza eccessiva e visto la profondità della cunetta, circa 50 cm, gli stessi costituiscono un serio pericolo per l’integrità fisica dei pedoni.
Resta da evidenziare che, successivamente alla messa in sicurezza del tombino avvenuta, come sopra detto, lo scorso mese di novembre, i funzionari del provveditorato alle Opere Pubbliche di Catanzaro in data 11.12.2009 eseguivano puntualmente l’ennesimo sopralluogo nel tratto di strada in questione e riscontravano il perdurare delle problematiche lamentate. In tale sede si riscontrava, tra l’altro, che il pericolo su detto tracciato è incentivato da precari interventi svolti da Società private che operano in modo precario soprattutto presso alcuni tratti ove risultano presenti pozzetti di ispezione sconnessi o mal collocati.
Sebbene gli Enti competenti siano stati attivati dallo stesso Provveditorato alle Opere Pubbliche di Catanzaro con nota prot. 389 del 22 gennaio 2010, stante il tempo trascorso non sono stati adottati provvedimenti sostanziali in merito.

Comitato Spontaneo “Torrente Oliveto”

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