Sanità e trasporti, troppe chiacchiere e mai un progetto complessivo di interventi

Egregio direttore,

l’argomento “risanamento della sanità” in Calabria sta assumendo aspetti negativi superiori per dimensioni al deficit dichiarato; tutte le parti in causa stanno cavalcando una tigre che porterà solo ed esclusivamente ulteriori danni alla nostra già ampliamente martoriata regione. Penso di interpretare il pensiero di molti quando dico che ormai siamo stufi di vedere comunicati (sia chiaro che mi riferisco ai comunicati delle parti politiche, non agli articoli) sugli organi di stampa relativi al “perché si è fatto/farà questo” o “perché non si doveva/dovrà fare”, con più o meno velate allusioni all’integrità morale degli attori delle varie vicende, e chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere. Fatti ben pochi, anzi niente. Sulla sanità, mi sembra che il problema sia affrontato, oltre che con molte chiacchiere e passerelle, con una visione troppo parziale dell’ampia panoramica che invece investe. Non saprei entrare nel merito dell’opportunità o meno di chiudere le singole strutture dal punto di vista strettamente produttivo, ma è certo che la soluzione del deficit non si può ridurre ad un semplice taglio delle spese; per esempio, si parla del ridimensionamento del numero delle strutture ospedaliere, anche in ottemperanza alla disposizione che prevede la chiusura degli ospedali con meno di 120 posti letto, senza tenere conto del problema dei collegamenti: in Calabria quasi dappertutto le distanze si misurano in ore, non in chilometri; la stessa distanza che in Lombardia si percorrerebbe in dieci minuti, da noi in certe zone si percorre in un’ora o più, e di questo si dovrà inevitabilmente tenere conto. Associato (anzi, precedentemente) al piano di soppressione delle strutture sanitarie “superflue” dovrebbe essere messo in atto e completato un efficace piano di sviluppo dei collegamenti viari nella regione che permetta lo spostamento veloce delle persone e dei mezzi anche e soprattutto in casi di emergenza. Di trasporti in Calabria non si parla da anni, o meglio, se ne parla di solito in occasione di competizioni elettorali ma di fatti non se ne vedono. Ci sono paesi collegati con il resto della regione da una sola strada, e accade spesso che d’inverno la strada si interrompa per frana o neve o altri motivi. Una delle due strade più importanti della regione, la S.S. 106 che percorre tutta la Calabria sulla costa jonica, è soprannominata “la strada della morte” per la pericolosità e l’alto numero di vittime per incidenti stradali. L’autostrada A3 è famosa per i tempi di percorrenza ed i cantieri perenni. Le strade che collegano queste due “arterie” con l’interno a volte sono poco più che strade interpoderali e comunque continuamente a rischio frane e interruzioni. Senza parlare dei collegamenti ferroviari pessimi: che fine ha fatto il contratto di pubblico servizio che la regione Calabria era pronta a firmare con Trenitalia (firmare, non scrivere, da quanto mi risulta era già pronto per la firma) che prevedeva l’acquisto di nuovi mezzi su rotaia ed una più efficiente programmazione dei collegamenti? I trasporti sono la spina dorsale della regione, non si può parlare di niente con un sistema di collegamenti pessimo come il nostro: scuola, commercio, industria, sanità, sono tutti rami strettamente dipendenti dai trasporti delle persone, e delle merci. In una realtà del genere è normale e comprensibile che la popolazione si preoccupi della chiusura di strutture che seppur poco efficienti comunque garantiscono un presidio sanitario sul territorio in termini di raggiungibilità. Sono decenni che i nostri amministratori si preoccupano di affrontare i problemi del momento senza una visione ampia della situazione, tamponando a destra e a manca, adesso è il momento di dire basta. Vorremmo essere messi a conoscenza dell’ottica completa in cui vuole agire il governo della regione; per cominciare, anziché perdere tempo a sfornare comunicati di solidarietà e di condanna, di autoincensamento e di accusa, che ormai non legge più nessuno, i nostri amministratori potrebbero informarci sul progetto complessivo di interventi su tutte le criticità presenti in Calabria (sempre se esiste, il progetto). E sarebbe gradito anche (se esiste) un eventuale progetto complessivo “ombra” (come si diceva una volta) dell’opposizione. Troppo facile stare a guardare e criticare a cose fatte.

Pasqualino Placanica

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