Vibo. Donna di Gioia Tauro arrestata per furto in un negozio, coppia di catanesi denunciati per la truffa dello specchietto

Vibo Valentia. Ieri, personale appartenente all’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura, durante il normale controllo del territorio e prevenzione dei reati in genere, è intervenuto in Via Vittorio Veneto presso un esercizio commerciale, dove era stato segnalato un furto consumato ad opera di una donna. Le Volanti, giunte immediatamente sul posto, ottenuta la sommaria descrizione della persona, sono riuscite a bloccarla prontamente mentre cercava di allontanarsi dal luogo. La sospetta autrice del reato, Carmelina Carlo, 42enne residente a Gioia Tauro (Reggio Calabria), è stata trovata in possesso della refurtiva e pertanto dichiarata in stato di arresto per il reato di furto aggravato. Dopo gli adempimenti di rito, la donna arrestata è stata condotta presso la propria abitazione in stato di arresti domiciliari.

Coppia di catanesi denunciati per la truffa dello specchietto

Inoltre, specifica attività di controllo è stata avviata nelle zone urbane dove si registrano le maggiori segnalazioni da parte dei cittadini circa la presenza di soggetti dediti a porre in essere truffe di vario genere ai danni di malcapitati. L’attività di controllo, da parte delle Volanti, ha permesso nella mattinata del 5 novembre scorso, durante l’ennesimo tentativo di truffa ai danni di un ignaro conducente, di bloccare in flagranza di reato gli autori delle truffe per presunti incidenti stradali, perpetrate mediante la “classica” rottura della specchietto.
Personale della Squadra Volanti, intervenuto prontamente per fermare la consumazione del reato, ha denunciato in stato di libertà R.M. di 31 anni, residente nella provincia di Catania e una donna, D.G. di 31 anni, responsabili di truffa, tentata truffa e violenza privata, nonché la D.G. per porto abusivo di coltello. Ai due, inoltre, è stata sequestrata l’autovettura Alfa Romeo Mito utilizzata per la commissione del reato e circa 3.000 euro ritenuti il provento delle truffe.
Il modus operandi per la truffa era semplice e funzionava perfettamente. Quando i due notavano un’autovettura che li seguiva, rallentavano la marcia in modo da farsi sorpassare ed in questa fase lanciavano un oggetto metallico contro l’autovettura in modo da provocare un rumore simile ad un urto tra veicoli. Li seguivano e reclamavano il risarcimento dei danni causati sulla propria autovettura (ad esempio lo specchietto retrovisore lato guida rotto), anche se in realtà l’urto non era mai avvenuto. Somme di denaro estorte, pari anche a 250 euro, e pagate all’istante da ignari automobilisti convinti di aver recato un danno, per non incorrere nelle penalizzazioni dell’assicurazione.
A carico dei soggetti fermati è stato altresì emesso e notificato il foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel comune di Vibo Valentia per la durata di 3 anni.

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