Una storia armena

Una storia armena. Vita di Arshile Gorky di Mattehew Spender (pp. 400 € 16,00) pubblicato da Barbes www.barbes.it, non è solo la biografia di un grande artista ma anche uno spaccato di storia armena e americana. L’autore, Matthew Spender vive in Toscana con la moglie, la pittrice Maro Gorky, figlia di Arshile Gorky. Per sfuggire alle persecuzioni, Gorky – nato sulle rive del lago Van in Turchia – si rifugiò, con la madre e i fratelli, a Yerevan, non ancora capitale dell’Armenia che non esisteva ancora come stato indipendente. Il padre era già emigrato negli Stati Uniti: in seguito anche Arshile lo seguì. In America la vita di Gorky non è facile, anche se le opportunità non mancano. Parla poco del suo passato e quando lo fa, in occasioni pubbliche, non ama che si prendano appunti: per lui era da ragioniere. Trova l’amore accanto a Agnes Macgruder che gli dà due figlie: Maro e Natasha. La vita newyorkese dell’epoca era interessante per un artista. Anche perché, prima dell’entrata in guerra degli Stati Uniti, a New York arrivavano artisti in fuga dall’Europa per sfuggire al nazismo. Molte le amicizie di Gorky, tra le quali va ricordata quella con Andrè Breton, uno dei maggiori esponenti del surrealismo (un capitolo del libro s’intitola surrealisti a New York). Un’amicizia profonda fatta di continue frequentazioni familiari. Tanto che Breton, a proposito di Maro Gorhy, osservò che i bambini si distinguevano tra quelli che restavano incanti e quelli che incantavano: Maro era tra questi ultimi. Breton aiutò Gorky a trovare il titolo a numerosi quadri e comprese con chiarezza la statura artistica di Gorky: pittore non per abilità o volontà ma per istinto “Era quello cui era stato rivelato per primo il segreto”. Simpatica la reazione di Gorky a una critica negativa; affrontò il giornalista lanciandogli un gesso e dicendo: “Disegna”. Ossia: se sei capace parla, altrimenti taci. Dopo la guerra a Gorky fu diagnosticato un cancro. Operato la sua vita non fu più la stessa. Si tolse la vita impiccandosi.

Tonino Nocera

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