Filandari. Per appropriarsi di un terreno picchiano il proprietario: arrestati padre e figlio

Filandari (Vibo Valentia). Tentata estorsione aggravata e lesioni personali aggravate in concorso, con queste pesanti accuse gli uomini della stazione carabinieri di Filandari hanno tratto in arresto stamattina, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, il 56enne Angelo Vittorio Guerrera e suo figlio Francesco, 24 anni, entrambi residenti nella frazione Arzona.  La vicenda, ha preso le mosse il 7 marzo scorso quando i carabinieri hanno interrogato in ospedale Antonio Giuseppe Guerrera, da poco trasportato nel nosocomio con entrambe le mani fratturate in maniera grave, un trauma cranico e decine di contusioni in tutto il corpo. Ai militari della Compagnia carabinieri di Vibo Valentia l’uomo, in preda a dolori lancinanti, aveva raccontato che poco prima, mentre si trovava in un terreno di sua proprietà, per l’ennesima volta in poco tempo, aveva notato che il gregge di pecore di suo fratello Angelo aveva sconfinato cominciando a mangiare tutto il foraggio per i propri animali. Un comportamento che andava avanti da tempo e che era sempre accompagnato dalla pretesa che quel terreno dovesse cambiare proprietà ed entrare nelle mani di Angelo Guerrera e della sua famiglia. Ne era nata l’ennesima lite tra i due nuclei familiari al termine della quale gli animali erano tornati nella proprietà di Angelo e Francesco Guerrera. La questione sembrava finita, ma solo per pochi minuti. Infatti, ha raccontato la vittima, prima che se ne potesse rendere conto, il gregge è tornato a sconfinare, questa volta accompagnato da Angelo e Francesco che, appena hanno udito le proteste del parente, avrebbero estratto due grossi bastoni ed avrebbero cominciato a percuoterlo. Angelo, peraltro, avrebbe incitato il figlio ad uccidere lo zio, in modo da risolvere la questione dei terreni una volte per tutte. Una lite che non si è trasformata in tragedia solo per l’immediato intervento di alcuni parenti,  anch’essi minacciati dai due aggressori, che li hanno intimato di lasciare i terreni, altrimenti lo stesso trattamento sarebbe stato riservato anche a loro. Grazie alla testimonianza della vittima ed all’attività di indagine svolta dai carabinieri è stato possibile accertare come i litigi per la proprietà del terreno andassero avanti dal 2007 e cioè da quando Angelo Guerrera ed il figlio avevano deciso che quei campi dovessero essere i loro.

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