La Banca Centrale Europea aumenta il costo del denaro: ecco cosa cambia

La Banca Centrale Europea ha alzato dello 0,25% il tasso di interesse del costo del denaro. La BCE, con sede in Francoforte, è quell’organismo istituzionale incaricato dell’attuazione della politica monetaria per i paesi dell’Unione europea che hanno aderito all’euro con l’unico scopo della stabilità dei prezzi, cercando di mantenerne sotto controllo l’andamento e mantenendo così il potere d’acquisto. Tra l’altro la stabilità dei prezzi è una condizione fondamentale per avere – in una nazione – un elevato livello di occupazione e una crescita sostenibile e non inflazionistica. L’aumento del tasso della Bce all’1,25% purtroppo era previsto, anche perché non veniva ritoccato dal circa due anni e cioè dal 7 maggio 2009 ed anche l’euribor era gradualmente risalito. L’Euribor incide anche sul tasso medio a cui avvengono le transazioni finanziarie in Euro tra le grandi banche europee, stabilendo il tasso di riferimento dei mutui, e saranno proprio questi, insieme a tutto il mercato finanziario, ad essere largamente influenzati dall’innalzamento dei tassi.

Cosa succede a chi ha un mutuo. Generalmente chi ha un mutuo con un tasso variabile non deve preoccuparsi di aumenti esagerati della rata; infatti, l’aumento attuale inciderà tra le 10  e le 20 euro su una rata di un mutuo di 100.000 euro. Statisticamente, negli ultimi anni, gli italiani che hanno contratto un mutuo hanno scelto il tasso fisso, e quindi hanno scelto in molto intelligente e previgente. Infatti, se il tasso dovesse ancora salire per riportarsi al  4% – a cui si era arrivati nel 2008! – l’aumento nelle rate, calcolato sempre su un mutuo da 100.000 euro, sarebbe più consistente e cioè di circa 100 euro mensili.

Per chi sta contraendo un nuovo mutuo. Se si prevede di stipulare un mutuo nei prossimi mesi, è consigliabile prima essere bene informati ed è opportuno rivolgersi ad esperti: una scelta errata sarebbe infatti di grave pregiudizio per l’economia familiare. E’utile ricordare, anche, che esiste la possibilità di usufruire della surroga, cioè la sostituzione, senza costi, di un mutuo a tasso variabile con un mutuo a tasso fisso e così avere una rata fissa e costante nel tempo.

L’aumento dei tassi della BCE è un segnale sempre controverso e comunque complesso perché, da un lato, fa capire che le cose – economicamente – “vanno meglio”, ma dall’altro è un fatto negativo, perché incide sul reddito familiare aumentando gli interessi e quindi le rate dei prestiti e dei mutui.

Massimiliano Casto –  Consulente del lavoro

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