Nonostante la sconfitta Massimo Canale ha ridato speranza alla sinistra

Reggio Calabria. Continuità anziché cambiamento. Così si è espressa la cittadinanza reggina il 15 e il 16 maggio 2011. Demetrio Arena è il nuovo sindaco di Reggio Calabria. Le percentuali sono forti. Reggio Calabria ha scelto di dare fiducia al “modello Reggio”, creatura nata dalle mani dell’attuale presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, che oggi passa il testimone nelle mani del neo eletto Arena.
Nella segreteria politica di Massimo Canale, durante la lunga notte elettorale, il clima è, nonostante tutto, disteso. Lungo il corso Garibaldi, sul quale affacciano i balconi della “casa del cambiamento”, sfilano festanti i sostenitori di Arena. Partono dalla segreteria politica – Piazza San Giorgio – per arrivare davanti Palazzo San Giorgio al grido “Demi! Demi!”. Il neo sindaco si trova giusto lì vicino, nello studio televisivo di RTV costituito all’interno della Prefettura. Parla già al suo elettorato e alla cittadinanza reggina. Massimo Canale è circondato da tutti i protagonisti della campagna elettorale. Si sentono i festeggiamenti da fuori, hanno i volti stanchi, ma sorridono compiaciuti: «Abbiamo fatto del nostro meglio, abbiamo comunque ottenuto un buon risultato».
I risultati sono chiari. Il merito di aver mostrato il volto di una sinistra forse dimenticata, ma che oggi a Reggio Calabria è riuscita a stimolare nuovamente i nostalgici disillusi e a farsi conoscere dalle generazioni nuove che non l’hanno mai vissuta ma della quale, in fondo, si sono sempre sentiti parte. E’ la sinistra che si confronta e che vive in simbiosi con il proprio elettorato, che parla alla gente nelle piazze. La sinistra che tutti pensavano non esistesse più ma che, invece, c’è di nuovo. Massimo Canale ha avuto il merito di aver dato forza a questa sinistra, oltre che ai giovani – studenti, professionisti e quant’altro – di Energia Pulita. Alla sconfitta Energia Pulita e Massimo Canale guardano in positivo: «Adesso non possiamo mollare, non possiamo disperderci. Il nostro lavoro non è ancora finito».
Questo il loro risultato, l’unica cosa che conta.

Giulia Polito

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