Mancano i soldi per la benzina: in Calabria a rischio le traduzioni dei detenuti

Vibo Valentia. Il direttore del carcere di Vibo Valentia ha fatto sapere ieri al Procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo che le difficoltà di carattere economico in cui versa il penitenziario impediscono di riempire di carburante gli automezzi utilizzati per la traduzione dei detenuti. Una situazione, spiega Spagnuolo, che potrebbe mettere a rischio la celebrazione dei processi. Franco Ionta, che è a capo del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, interpellato dall’Ansa in merito all’allarme lanciato dal Procuratore della Repubblica vibonese, ha sottolineato che: “Il problema è sì di risorse, ma soprattutto di modelli operativi nello spostamento dei detenuti in Calabria”. Un alto funzionario che collabora con Ionta sarà nella giornata di oggi in Calabria per  discutere del problema con i vertici dei provveditorati di Catanzaro e di Reggio Calabria e per avere un colloquio con i direttori degli istituti che presentano disagi di natura finanziaria, con l’auspicio che si riesca a dare un nuovo quadro organizzativo alle modalità di traduzione dei detenuti in Calabria. Ionta ha, infatti, spiegato che: “I numerosi arresti degli ultimi mesi  sono divenuti processi e, dal momento che bisogna tenere ben distinti i capi rispetto ai gregari della ‘ndrangheta, le sedi detentive sono diventate numerose e implicano diversi trasferimenti per la celebrazione dei processi.  E’ vero che con l’ultima Finanziaria c’è stato un ulteriore taglio ai fondi dell’Amministrazione penitenziaria, specialmente su capitoli di bilancio vitali come le missioni del personale, gli straordinari e il vitto ai detenuti, ma questo è un problema al momento avvertito solo in Calabria”. Sulla base dei dati ufficiali in possesso del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria,  in Calabria il 6% degli spostamenti dei detenuti potrebbe essere scongiurato, determinando in questo modo un taglio delle spese sostenute per l’acquisto del carburante e che, in questo momento di particolare criticità, rappresenterebbe una boccata d’ossigeno per le asfittiche casse dei penitenziari. Ionta afferma che: “Chiederemo la collaborazione dell’autorità giudiziaria perché se la convalida degli arresti avvenisse in carcere le traduzioni non sarebbero necessarie. Poi, con la manovra di assestamento, speriamo di avere più fondi nei prossimi mesi per far funzionare la macchina”

 

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