Google+, prime impressioni sul social network che vuole insidiare Facebook

Sarà il brivido dell’esclusività, sarà la voglia di scoprire cosa ha in comune con Facebook e in cosa  si distingue, sarà che ormai qualunque cosa esca da Mountain View è destinata a incuriosire. E’ Google+ a finire sotto la lente d’ingrandimento. Per quanti non siano internet addicted, ecco una breve presentazione dell’ultimo social network che vuole sfidare Facebook.
L’esclusività. Ha raggiunto in pochi giorni i 10 milioni di utenti Google+, risultato reso possibile grazie al sistema “a inviti” che in questa prima fase di lancio, ancora sperimentale, caratterizza il social network di Google. La rincorsa a scovare un amico, un conoscente, qualcuno che non si sentiva da dieci anni per farsi “invitare” ha portato i suoi frutti: 10 milioni di appassionati internauti – più che utenti comuni – sono entrati a far parte della comunità Google+.
Per tutti gli altri che non hanno ancora avuto l’opportunità di entrare a far parte del social made in Mountain View, può presentarsi come un Facebook “ripulito”. Ripulito da tutta quella miriade di giochi, sondaggi, gruppi (per ora) che non fanno altro che disperdere tempo e utilità di un ritrovo virtuale. Se dovessi definire Google+ con poche parole, direi che è un incrocio tra Facebook e Twitter con qualche tocco di originalità. E’ un po’ twitter per il modo di comunicare, visto che si può scrivere sulla propria “bacheca” e indirizzare il messaggio a determinati amici, ma non si può invadere la bacheca altrui. E’ un po’ Facebook per il layout grafico a tre colonne, sebbene molto minimal. Poi ha tocchi distintivi che sono rappresentati dall’integrazione perfetta degli altri strumenti di Google: Mail, Documents, Picasa, Maps… tutto sotto controllo in una barra orizzontale a cornice della piattaforma. Inutile dire che il massimo dell’integrazione si ottiene con un account Gmail, col quale si ha davvero sotto controllo l’organizzazione della propria “vita online”. In questo aspetto è diversi passi avanti a Facebook. Il social di Mark Zuckerberg manca dell’integrazione a 360° con gli altri strumenti di uso e utilità comune nella navigazione online; dalla piattaforma (come secondo me è più corretto definirla) di Google+ si riesce ad avere contemporaneamente sotto controllo una serie di strumenti che si integrano alla perfezione.
Contatti. E’ il capitolo che caratterizza Google+. Non che inventi qualcosa di rivoluzionario, ma ne affina il concetto. Se su Facebook l’organizzazione degli amici può avvenire con una suddivisione in liste, in Google+ si passa ai “Circles” (le Cerchie). Alcune sono predefinite e modificabili, altre si possono creare a piacimento: amici, conoscenti, familiari, e perché no magari crearsi anche la cerchia degli “antipatici” ai quali non si può dir di no quando chiedono l’amicizia. La struttura in Cerchie permette di condividere ogni elemento con tutte o con alcune di esse: per esempio, un post può essere reso visibile alla cerchia amici e familiari, ma escluso per tutte le altre. Allo stesso modo per le foto, i video e i link pubblicati sulla nostra bacheca.
Spunti. Qui emerge l’anima “utile” di Google+ rispetto a Facebook. Siamo di fronte a una sorta di aggregatore di feed sugli interessi che maggiormente ci interessano, uno spazio che racchiude per categorie le notizie che potrebbero interessarci, con la possibilità di condivisione in maniera più immediata.
Chat. Altra novità di Google+ è la gestione della chat, che diventa multipla e addirittura con la possibilità di una videoconferenza con più persone. Sarà possibile creare una conversazione tra appartenenti a una stessa cerchia, sia testuale che video.
Il progetto Google+ sembra avere le carte in regola per ritagliarsi un proprio spazio, con un’utenza che presumibilmente non sarà quella media di Facebook, ma potrebbe intercettarne una parte. A prima vista, dopo qualche giorno di utilizzo, salta all’occhio lo straordinaro livello di integrazione con gli altri prodotti Google (in primis Android), la voglia di caratterizzarsi come uno spazio che guardi più al mondo social inteso nell’accezione più “professionale” del termine, come punto di ritrovo per scambiarsi informazioni più che pettegolezzi. Non resta che attendere il responso della stragrande maggioranza di utenti medi di internet, per capire se la rotta intrapresa da Google con il suo Plus sarà quella giusta o, invece, se siamo di fronte all’ennesimo tentativo di minare il regno blu di Zuckerberg copiando qua e là funzionalità e idee.

Fabiano Polimeni

Exit mobile version