Depurazione e polemiche

Reggio Calabria. A seguito delle dichiarazioni del consigliere Beniamino Scarfone, sui dati della balneazione in Calabria mi preme sottolineare che se alcune Associazioni Ambientali snocciolano dei dati impietosi sullo stato di salute del nostro mare in questo periodo, non è sicuramente ascrivibile nessuna colpa ad esse che hanno la prerogativa di controllo per statuto, in merito al corretto funzionamento della depurazione italiana. Dal 1986, per esempio, quando sia io che il simpatico consigliere Scarfone indossavamo i pantaloncini corti, Goletta Verde di Legambiente iniziava l’annuale campagna estiva di controllo dello stato di salute del mare italiano supportata da un team scientifico che analizza i dati senza l’influenza di chi in quel momento amministra politicamente il territorio.
Appunto per questo si chiama campagna estiva, altrimenti sarebbe stata chiamata campagna invernale. Ci sarebbe invece da chiedersi come mai la politica non interviene per tempo per gli stanziamenti finalizzati alla risoluzione dei problemi e lo si fa sempre a estate inoltrata come se il problema si fosse proposto solo in quel momento, consapevoli del fatto che se tutto va bene i risultati si potranno vedere solo a estate conclusa.
Appunto per questo, invece di sottolineare la puntualità svizzera con cui dette Associazioni diffondono dati, si deve rimarcare invece il perfetto ritardo con cui la politica affronta i problemi. La depurazione in Calabria è un problema atavico ma non per questo debbono ancora essere giustificabili i ritardi con cui si interviene. Ricordo ancora che appena insediata la giunta Loiero, lo stesso chiedeva pubblicamente scusa ai calabresi per l’eredità lasciata in consegna dalla giunta Chiaravalloti, anche per via degli impianti di depurazione costruiti e mai andati in funzione. Lo stesso Chiaravalloti imputava lo sfascio al suo predecessore, fino ad arrivare ai Borboni, i ’’veri responsabili’’ di tutti i mali calabresi. Un’ultima considerazione. L’Arpacal Regionale ha dichiarato che a seguito delle ultime analisi, alcuni tratti di costa calabrese sono rientrati nella norma; come se un delinquente abituale, desse una caramella ad un bambino e per questo motivo venisse inserito nella lista dei candidati al Nobel.
I dati dell’inquinamento devono essere presi in considerazione nella media annuale e non presi singolarmente, e non si può nemmeno alzare per decreto il limite di tollerabilità o eliminare alcuni parametri di valutazione dell’inquinamento stesso. Non siamo in Giappone dove per fare entrare il personale nella centrale nucleare esplosa, il governo ha innalzato la soglia del limite massimo assorbibile di radiazioni.

Francesco Lo Giudice
Obiettivo Pellaro

Exit mobile version