L’antica parrocchia di San Martino vescovo di Tour e la festa del Patrono di Soriano Calabro

Soriano Calabro (Vibo Valentia). La figura di San Martino si materializza nell’immaginario collettivo all’insegna dell’umiltà e della fratellanza fra le genti, caratterizzata dalla particolare predilezione del Santo per i poveri. L’iconografia lo ha reso popolare immortalando il gesto che egli compì per prestare soccorso al povero infreddolito sulla porta di Amiens nell’inverno del 353 d. C.. Ciò dimostra come l’iconicità fonda il proprio carattere semiotico per l’osservatore umano. Basta osservare il santo nell’atto di incidere la sua clamide con la spada, per estrarre la pelliccia interna da dare al poverello, che lo raffigura nelle innumerevoli icone. Tanti sono i proverbi, le poesie e le leggende fiorite attorno alla sua figura, ad esempio, si dice che San Martino è il protettore degli adulteri poiché il santo amava e proteggeva gli animali, patrono dei mendicanti, dei cavalieri, dei soldati, dei sarti, dei pellicciai e degli osti. Protettore, inoltre, della monarchia francese a cui prestò il termine cappella in architettura, che deriva da cappa secondo l’uso medievale di indicare il mantello. Martino è un santo che incarna quei valori tipici della società contadina legata al duro lavoro dei campi, non ispirato da vanità e ricchezza, ma dalla sopravvivenza e dalla condivisione tra fratelli di tutti i beni della terra, elargiti da Dio all’umanità intera. Dalla sua agiografia scopriamo che egli è il fondatore del monachesimo occidentale. Martino con i suoi seguaci si ritirò in eremitaggio nel monastero di Ligugé (a breve distanza da Poitiers) da lui fondato.
La devozione a San Martino, ungherese di nascita, allevato in Italia e vescovo-asceta in Francia, è stata portata a Soriano proprio dai Normanni, all’epoca in cui il Conte Ruggiero dominava da Squillace a Mileto. La chiesa matrice di Soriano, dedicata a San Martino di Tours, fu il primo edificio sacro della cosiddetta terra di basso (1070) per volere del Conte Ruggiero, nella parte bassa dell’attuale Soriano. L’attuale chiesa matrice dedicata a San Martino, è stata eretta nel cuore dell’attuale centro storico nel 1930. La ricorrenza del santo patrono nel 2011 assume un tono particolare in quanto il parroco emerito di Soriano don Francesco Bevilacqua è stato nominato monsignore. Un titolo che don Francesco ha conquistato sul campo, fedele alla Chiesa e alla sua parrocchia con cui ha realizzato tantissime iniziative con spirito di abnegazione per il bene della comunità che ha guidato per circa 40 anni. Per l’occasione il corso di Via Roma è stato addobbato con le luminarie tipiche delle grandi ricorrenze religiose. La processione con il simulacro di San Martino si snoderà per le vie del paese nel pomeriggio di giorno 11. Le scuole e i negozi resteranno chiusi, come da consuetudine. A Soriano come nel resto d’Italia e d’Europa, oltre alla festa religiosa assume rilevanza popolare anche la festa privata tra amici. Infatti, fare San Martino, significa come nel nord Italia festeggiare con abbondanti libagioni e tanto vino anche se in realtà San Martino è il santo della carità e non del vino, il santo che ha preferito l’esercito dell’amore di Cristo all’esercito romano. Non a caso, Sulpicio Severo nel descrivere la vita quotidiana nel monastero di Ligugé scrive: ‹‹Prendevano cibo tutti insieme, passato il tempo del digiuno. Nessuno toccava vino, a meno che infermità non ve l’obbligasse. Moltissimi vestivano di pelo di cammello: un abito troppo fine era tenuto in conto di crimine››. I Normanni per trasmettere il culto del santo patrono ai sorianesi hanno lasciato una grande tela custodita attualmente nella chiesa matrice del paese, dalla quale il rinomato scultore De Lorenzo ha preso spunto per scolpire l’imponente simulacro ligneo che viene portato ogni anno in processione. Nel 2070 ricorre il millennio di vita della parrocchia di San Martino. Ancora oggi 5000 parrocchie sono dedicate al Santo vescovo di Tours e 500 paesi portano il suo nome a testimonianza del fatto che come dice Venanzio Fortunato ‹‹Dove Cristo è conosciuto, Martino è onorato››.

Martino Michele Battaglia

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