‘Ndrangheta. Operazione Ragno: i nomi degli arrestati a Filandari

Filandari (Vibo Valentia). All’alba di oggi, oltre cento Carabinieri  delle Compagnie di Vibo Valentia, di Serra San Bruno, di Tropea, dello Squadrone Cacciatori, della Compagnia speciale di Vibo Valentia e del Reparto operativo, con il supporto delle unità cinofile e degli elicotteri dell’8° Elinucleo, hanno eseguito un provvedimento di fermo di indiziati di delitto emesso dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro –  nei confronti di 10 esponenti della consorteria criminale Soriano di Filandari, ritenuti responsabili dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento, minaccia, incendio, detenzione e porto abusivo di armi e di esplosivi, aggravati dalle modalità mafiose, commessi ai danni di numerosi imprenditori ed anche di alcuni giornalisti locali, a partire dal 2007. Le persone fermate sono Leone Soriano, 45 anni; Carmelo Soriano, 49; anni; Carmelo Giuseppe Soriano, 20 anni; Giuseppe Soriano, 20 anni; Antonio Carà, 18 anni; Graziella D’Ambrosio, 41 anni; Graziella Silipigni 40 anni; Gaetano Soriano 47 anni. Il 28enne Francesco Parrotta ed il 22enne Fabio Buttafuco, anch’essi destinari dell’ordinanza di custodia cautelare, sfuggiti alla cattura, sono ricercati. In caso di assenze forzate, Graziella Silipigni, moglie di Roberto Soriano, vittima della lupara bianca e Graziella D’Ambrosio, moglie di Gaetano Soriano, facevano le veci dei rispettivi mariti. Nello specifico, destinatari di intimidazioni sarebbero stati la parlamentare di Futuro e Libertà per l’Italia, Angela Napoli, il giornalista di “Gazzetta del Sud”, Nicola Lopreiato ed il collega di “Calabria Ora”, Pietro Comito. All’onorevole Napoli ed a Lopreiato fu recapitata una lettera minatoria, mentre Comito fu raggiunto con una telefonata dal contenuto intimidatorio. Inoltre l’indagine in questione ha permesso di individuare i responsabili delle minacce e dei danneggiamenti subiti da alcuni militari dell’Arma, che hanno operato sul territorio dove l’organizzazione insiste. In particolare, l’automobile di un Carabiniere fu data alle fiamme, colpi di pistola furono esplosi contro la casa e l’autovettura di altri due militari dell’Arma, mentre ad un quarto Carabiniere fu inviata una lettera contenente minacce. Sulla base di quanto accertato nel corso dell’attività investigativa, gli interessi economico-criminali dell’organizzazione erano concentrati, soprattutto, nei settori dell’edilizia e del movimento terra. L’operazione conclude un’indagine avviata nel 2010 dalla Compagnia di Vibo Valentia, che ha permesso di disarticolare la medesima associazione di tipo mafioso. Oltre agli arresti sono state eseguite decine di perquisizioni domiciliari. Per due ore l’intero centro abitato di Filandari è stato letteralmente cinto d’assedio e nessuno è potuto entrare o uscire dalla frazione Pizzinni, centro di potere e sede storica della cosca.

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