“Cu a Capu vasciata”: un cofanetto di emozioni di Gianfranco De Franco

“Cu a Capu vasciata” è un cofanetto di emozioni in musica, ma non quelle che hanno questo titolo e poi sono cariche di brani inglesi con tematiche amorose.
“Cu a Capu vasciata” è l’anima delle donne interpretate da Saverio La Ruina : Vittoria e Pascalina. L’anima di quelle donne che hanno portato in giro per il mondo, con Dissonorata e La Borto, il cuore e la determinazione e la dignità delle donne del Sud. Gianfranco De Franco riesce con una delicatezza, oserei dire femminile, (come quella di La Ruina del resto!) a ravvivare il ricordo e le emozioni vissute in teatro. Il lavoro di De Franco è legato a degli spettacoli teatrali ma che ha vita propria e riesce a emozionare e soprattutto incuriosire anche chi non conosce per nulla La Ruina e Scena Verticale e la loro genialità e grandezza.
Da una presenza defilata in scena, De Franco si impossessa del palco (una foto nel booklet è manifesto di questo volere) e del “trono” popolare sul quale La Ruina è stato insignito di allori e riconoscimenti.
“La Ruina, come in un meraviglioso gioco delle parti, passa da attore unico e centrale a contraltare delle melodie di De Franco…” dice la nota stampa.
Obiettivo raggiunto e De Franco conquista le luci della scena che illuminano una personalità sensibile, leggiadra e popolare.
Il disco scorre via portandoti nei luoghi degli spettacoli, facendoli rivivere, ma dandogli anche qualcosa in più; quel di più che “sotto la cantilenante e ipnotizzante partitura teatrale” sarebbe stato troppo, in questo lavoro trova pieno sfogo e metta in evidenza la personalità del musicista.
Bisogna avere equilibrio, misura e una buona dose di psicologia applicata per essere una spalla doc; e avere la capacità di trasformarsi quando la scena si libera ed è il tuo momento.
De Franco è ricorso agli attori della sua carriera da musicista (una attenta analisi della sua biografia rivela il percorso) che, stavolta in un angolo, hanno fatto da spalla a lui : La Ruina recita piccoli estratti tesi a rievocare momenti, il “mandara” Gennaro de Rosa, dietro il banco e con una “riconoscibile mano”, cura i suoni di un assetto, con le posizioni cambiate, che risulta accattivante e funzionale.
De Franco confeziona un lavoro di alto profilo, che non ha sbavature né ingenuità. Unico probabile neo, un volo pindarico dal mondo “incantato” del Pollino alle mura gelide, tetre e tutt’altro che incantate della Performance APP (di cui è autore, sceneggiatore e compositore).
L’entrata in scena di De Franco è un … “chi ben comincia…!” ; dopo essersi immersi nelle arie di questo lavoro si capisce che, quella “capu vasciata”, è in quella posizione per tirare dritto senza esitazioni come in una “metaforica staffetta” e con il testimone a forma di sassofono, ben saldo tra le mani verso nuovi traguardi.

Cinzia Misuraca

Exit mobile version