Russo (PD): “Il sindaco ha l’obbligo morale di impedire che i cittadini di Vibo Marina vivano solo di nostalgia”

Vibo Valentia. Ho sentito, e l’intero al gruppo del PD mi ha sostenuto in questo, il dovere di dover affrontare una seria discussione su Vibo Marina senza voler fare alcun tipo di strumentalizzazione, perché ho avvertito la necessità di non far passare in sordina quella che è stata una delle più importanti manifestazioni civili che si siano mai fatte nella nostra città. Quella del 4 marzo è stata una manifestazione che nasce da un senso di disagio che i cittadini di Vibo Marina covavano da molto tempo e che sicuramente le attuali situazioni in cui versa quel territorio hanno fatto scoppiare. Infatti sono troppo lontani i fasti dell’anticha Vibona, quando il porto in quel periodo era punto strategico per i movimenti della flotta di Cesare tra l’Italia meridionale e la Sicilia e per suoi intensi traffici commerciali. Sono lontani i tempi in cui tutta Vibo si riversava a fare il bagno nelle spiagge grazie all’affollato trenino popolare, o a trascorrere delle bellissime serate sulla famosa rotonda. Sono lontani i tempi in cui Fanfani venne ad inaugurare lo stabilimento del Nuovo Pignone che diede a tanti padri di famiglia (compreso il mio) di avere un lavoro, e che creò un indotto di migliaia e migliaia di altri posti di lavoro nella nostra provincia, che divenne in quegli anni un polo metallurgico di primissimo livello mondiale grazie alle maestranze nostrane. Sono lontani i tempi in cui le banchine del nostro porto erano affollate da una folta flotta peschereccia, facendo di Vibo Marina un polo ittico di rilievo. Lo voglio dire: le condizioni in cui versa dal punto di vista economico, bisogna essere onesti fino in fondo, non possono essere addossate solo a questa Amministrazione, bensì a scelte politiche errate fatte da 30 anni a questa parte, che hanno causato danni irreparabili, primo tra tutti la perdita delle grandissimi potenzialità dei suoi giovani che in tantissimi in questi ultimi anni hanno scelto a malincuore di lasciare la propria famiglia per poter lavorare altrove. Vibo Marina, Bivona e Porto Salvo hanno subito una involuzione drammatica per certi versi, a causa della mancanza di un vero e proprio piano di sviluppo e crescita. Mi chiedo e vi chiedo: ma quale comunità poteva avere maggiore pazienza di quella dimostrata dai nostri concittadini costretti a convivere con una tale situazione di degrado? Una frazione che voglio ricordare è stata drammaticamente colpita dall’evento del 3 luglio, e che, con i suoi tantissimi abitanti onesti e capaci, pur delusi e frustrati dallo stato delle cose, hanno avuto comunque la compostezza e la determinazione di sapersi ribellare e rivendicare i propri diritti ad oggi ancora negati. E però, con la stessa sincerità di cui sopra, a me sarebbe piaciuto poter parlare delle potenzialità di sviluppo che lì insistono: l’infrastruttura più importante, il porto, di come accogliere i turisti questa estate, degli stabilimenti balneari ecc., della questione urbanistica della parte più importante della nostra città, ma non è stato possibile per via delle condizioni di assoluto degrado dal punto di vista ambientale:

• villetta sul corso occupata dalle erbacce;

• pulizia e spazzamento delle strade assente;

• raccolta porta a porta nel quartiere Pennello che non va;

• differenziata mai partita nonostante gli impegni presi in un consiglio comunale di qualche mese fa da parte del sindaco;

• l’acqua che da ormai un anno non è potabile ( a proposito, a questo punto, avranno i cittadini di Vibo Marina lo sgravio del 100% ?)

• delle spiagge sporche praticamente mai pulite lo scorso anno.

E infine, ho voluto segnalare al sindaco, a marzo, la spiacevole situazione causata dal torrente Sant’Anna. Non vorrei che questa estate il torrente Sant’Anna riversi in mare per l’intera stagione, perché non vorrei che il mare quest’anno sia più sporco, e perché non vorrei vedere le prime pagine dei quotidiani piene di critiche e lamentele che tanto male farebbero al nostro comparto del turismo. Insomma, mi sono limitato, da innamorato di Vibo Marina, ad essere megafono in Consiglio di quanto i cittadini hanno detto il 4 marzo a gran voce: Non abbandonate Vibo Marina! Vibo Marina che ha delle enormi potenzialità oggi inespresse, Vibo Marina che può e deve rappresentare il volano principale per lo sviluppo della città capoluogo e della nostra provincia intera. E oggi credo ci siano finalmente tutte le condizioni per far riemergere questa che è la parte più importante della nostra città! Iniziando a mettere in campo una seria collaborazione tra i vari enti, Comune e Regione, visto che al momento entrambe sono guidati dalla coalizione di centro-destra. Ridando la giusta considerazione, così come un importante centro quale è Vibo Marina merita. In questo ritengo che l’Amministrazione sia chiamata a fare di più e meglio. Pertanto mi sono sentito in dovere di fare un accorato appello al sindaco, da cittadino prima che da consigliere comunale. La scorsa settimana ho avuto modo di ascoltare un’esortazione di monsignor Nunnari in occasione del seminario di presentazione della sua lettera ai politici calabresi, tenutasi presso la Scuola di Polizia a Vibo; il carismatico monsignor Nunnari in uno dei suoi paterni moniti, ha espresso una considerazione che mi ha colpito e che tengo custodita nei miei pensieri: “Il cristiano è l’uomo della speranza, non della nostalgia”. Non vorrei che il sentimento della speranza sia prerogativa soltanto dei cristiani, spero che anche i cittadini della località marina possano mantenere intatto questo sentimento e non essere sopraffatti dalla nostalgia per un passato che sembra remoto. In questo senso ho ricordato al sindaco, che tra l’altro mi risulta sia un buon cristiano, che su di lui incombe l’obbligo morale di impedire che i cittadini di Vibo Marina abbiano a vivere solo di nostalgia, anziché di speranza.

Giovanni Russo – Consigliere Comunale PD

 

 

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