Consorzio di Sviluppo Industriale di Reggio Calabria: nella contesa tra Regione ed ex Comitato Direttivo l’unico fatto certo è l’agonia dell’ente

Reggio Calabria. Nella contesa in atto per il controllo del Consorzio di Sviluppo Industriale della Provincia di Reggio Calabria, iniziata già un anno fa a suon di commissariamento, ricorso al Tar e al Consiglio di Stato e poi, di nuovo commissariamento, ricorso al Tar …, venendosi così a creare così una situazione di assoluta incertezza circa la governance dell‘Ente strumentale della Regione, l‘unico fatto certo che si delinea all‘orizzonte, dopo un anno di tira e molla, è la lenta agonia dell‘Ente. Il rischio di collasso è sempre più probabile, visto che non sembra intravedersi alcuna possibilità di “tacito accordo” tra i contendenti (Regione Calabria ed ex Comitato Direttivo): il controllo dell‘Ente sembra essere ormai diventato una “questione personale” da anteporre agli interessi di natura generale del Consorzio. Il Consorzio Asi di Reggio Calabria è ormai diventato il campo di battaglia dove affrontarsi a suon di proclami e annunci a mezzo stampa, commissariamenti e ricorsi, ecc. ecc., trascurando così di intraprendere azioni ed atti che sarebbero necessari per porre in essere quei provvedimenti utili alla salvaguardia dell‘Ente e dei suoi dipendenti. La verità, a dispetto di quanto si legge in questi giorni, è che basterebbe che gli intendimenti e i buoni propositi annunciati più volte da entrambi i contendenti venissero messi finalmente in pratica, per poter dare respiro all‘azione dell‘Ente e rilanciarne le sorti. Invece, a distanza di un anno dall‘inizio della contesa: il Bilancio dell‘anno 2010 non è ancora stato approvato; lo statuto dell‘Ente Consortile non è stato adeguato secondo quanto previsto dalle norme regionali, ovvero il Comitato Direttivo non è stato ancora ridotto da 5 a 3 componenti; il braccio di ferro tra Regione e Comitato Direttivo per occupare il posto di comando continua senza esclusione di colpi e senza che nessuno dei contendenti si renda conto che, continuando così, resterà alla fine ben poco da gestire. I dipendenti (45 famiglie) sono ormai esausti e scoraggiati, le organizzazioni sindacali non riescono ad essere abbastanza incisivi nella loro azione nei riguardi degli organi istituzionali (Comitato Direttivo e/o Commissario Straordinario, Assessore regionale alle Attività Produttive, Sottosegretario alla Presidenza della Regione Calabria, Presidenza della Giunta), che si mostrano “sordi” ad ogni appello, dimostrando nei fatti, contrariamente a quanto fatto invece a parole, scarso interesse a voler risolvere i problemi. Che fine ha fatto il programma di rilancio dei Consorzi ASI calabresi, quali soggetti preposti a sovrintendere lo sviluppo industriale ed imprenditoriale delle nostre aree, oltre che a garantire l’erogazione di servizi alle imprese? Il tanto annunciato e proclamato (a gran voce) progetto di riforma dei Consorzi calabresi, sollecitato più volte dalle organizzazioni sindacali e auspicato dai dipendenti è, nei fatti, ancora un “miraggio”! La stagnazione regna sovrana!. Si è troppo impegnati a litigare e a dimostrare a qualcuno (non si capisce bene a chi) che si è più bravi dell‘altro! Sarebbe auspicabile che chi finora ha controllato l‘Ente reggino, visti gli scarsi risultati ottenuti in termini di pianificazione della sua azione sul territorio, lasciasse spazio a chi avrebbe migliori strumenti per coordinare e promuovere un‘azione di rilancio estesa fino a livello regionale; mettendo così da parte le cosiddette “questioni di principio” e facendo prevalere dunque il senso di responsabilità. Chi subentra, non avrebbe così più alcun alibi per non intraprendere da subito una serie di iniziative volte al salvataggio prima e successivamente alla definitiva ripresa dell‘Ente.

Una dipendente

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